Il pianto di un vecchio blogger di Ange de Clermont
Accendo il Mac e chiamo il mio blog, orrore, compare ma in bianco e nero, nudo, macilento, cerco di muoverlo, ma lui resta fermo come un morto. Metto lo stop al Mac. La vista mi fa male, malissimo: una punta al cuore che va gonfiandosi, è l’ora del pranzo, mi siedo a tavola, ma non riesco ad inghiottire un solo boccone di riso indiano in bianco che la nobildonna mi ha ammannito. Mi rimprovera:
-Ma sei del tutto matto, è mai possibile che te la prenda tanto? Suvvia non fare il bambino!-
Io però faccio davvero il bambino e corro al piano superiore, arrivo nella mia cameretta e mi butto a letto vestito. Comincio a singhiozzare, sono disperato e piango dicendo:
– Sei anni di fatiche, sei anni d’impegno appassionato, sei anni di soddisfazioni ed ora più niente!-
Ho voglia di condividere il mio lutto con l’amico fraterno Paolo, lo chiamo, ma non risponde. Allora chiamo il primogenito dei tre figli maschi, ma risponde da Dogliani che è in riunione. Nessuno percepisce che io sto male, male, male! Ci vuole un amico che queste cose le capisca e allora chiamo Carlo Leonardo,, blogger anche, sposato, con tre figli, sulla cinquantina. Mi risponde e contemporaneamente, rispondo con i singhiozzi, lui si spaventa e mi chiede:
– Che cosa ti è successo Angeli’?-
Tra un singhiozzo e l’altro rispondo:
-Il blog è morto, un hacker l’ha distrutto, un hacker penetrato nel server!-
E lui: -Ma stai tranquillo se il gestore ha fatto il back up recuperi tutto! Ma non è il caso di drammatizzare, stai tranquillo!- Chiudo il cellulare.
Squilla di nuovo: è Paolo, rispondo a singhiozzi, e lui:
-Che cosa ti è successo Angelino!- Rispondo:
– Il blog è morto! Sei anni di fatica, sei anni di lavoro senza risparmi, sei anni di soddisfazioni ed ora tutto è andato in fumo!-
Replica:- Ma sta’ tranquillo, te lo rimpiazzi tutto lavorando con impegno. Scoraggiarsi non è da te! Su, riprenditi e poi adesso che ti ho mandato la foto della chiesa della Madonna del Lavoro! Su, coraggio, vedrai che il tuo blog risorgerà più bello di prima.-
Riesco a rispondere singhiozzando: -Speriamo. Ciao e scusa, Paolo!-
-Ma no, mi risponde, ciao, a presto!-
-Ohi, ohi, il mio blog! Il mio balocco! Il mio giocatolo! Eh, eh, eh!-
Mi chiama poco dopo il primogenito, lo psicologo-psicoterapeuta:
-Che c’è papa?-
-Il mio blog è morto, il mio blog è morto, sei anni di lavoro andati in fumo!-
-Papà, non è il caso di prendertela. Il blog non è morto, se hanno fatto le cose in modo professionale ti recuperano tutto dall’a alla z! Piangi pure, ma sta tranquillo, recupererai tutto! Ci sentiamo più tardi.-
Chiamo subito il terzogenito:- Papà ma è uno dei tuoi soliti scherzi? Su, se è vero quello che mi dici, se hanno fatto le cose in regola recuperi tutto il contenuto!-
-Ma io voglio il mio blog come prima , ih, ih, ih!.-
-Papà, ma stai scherzando? Piangi davvero?-
-Si, sei anni di lavoro intenso, sei anni di fatiche sei anni di soddisfazioni!-
-Papà non piangere, non ti ho mai visto piangere, sei un grande e i grandi non piangono!-
Cerco di controllarmi e lo saluto!
Ma l’ih, ih, ih! del pianto continua a dirotto, è un pianto con le lacrime che man mano mi sta alleggerendo il lutto. Sono traversoni sul letto, mi accorgo che non mi son tolto nemmeno i sandali, me li tolgo e dopo un po’, piangendo sempre più flebilmente, mi addormento.