La Scienza, la Ricerca e il Pensiero Scientifico di Paolo Amat di San Filippo
La Scienza è Conoscenza, e quanto più questa viene approfondita, tanto più si approssima alla Sapienza.
Nell’accezione più comune si intende per Scienza un complesso organico e sistematico di conoscenze acquisite dopo una rigorosa verifica della loro validità.
A partire dal XVI secolo la validità di molte conoscenze relative soprattutto ai fenomeni naturali, prima supposte induttivamente e successivamente verificate sperimentalmente, nonostante la feroce avversione della Chiesa che le considerava contrarie alle affermazioni della Bibbia, fu acquisita universalmente.
Queste conoscenze, suffragate da deduzioni matematiche, assursero al rango di legge. Requisito fondamentale fu che, oltre alla verifica sperimentale, quelle conoscenze fossero state vagliate con metodi rigorosi al fine di indurne e dedurne gli elementi fondanti.
La verifica sperimentale è basilare. Una felice intuizione può predisporre le condizioni per un risultato sperimentale, ma anche il risultato sperimentale può scaturire da una felice intuizione.
Nell’elaborazione dei risultati sperimentali si deve essere umili, infatti non si deve trasformare in “Principio” una semplice “Ipotesi di Lavoro”.
Il conseguimento di risultati sperimentali è compito della Ricerca Scientifica. Questa comunemente viene divisa in Ricerca Pura e Ricerca Applicata. Mentre, soprattutto nelle Università italiane, la Ricerca Pura viene considerata una attività superiore, la Ricerca Applicata è spesso relegata a rango di bassa tecnologia, anche se, dato che ha i piedi in terra, ha immediatamente una ricaduta sociale tale da contribuire al progresso del genere umano. Taluno potrebbe obiettare che la Ricerca Applicata deriva da quella Pura in quanto questa le fornisce le basi fondamentali, ma spessissimo, almeno in Italia, la Ricerca Pura si estrinseca in bizantinismi culturali finalizzati esclusivamente alla produzione di pubblicazioni tali da assicurare la progressione nella carriera accademica.
Spesso si parla di Scienza e di Tecnologia come di due branche separate del Sapere, le migliori realizzazioni della Scienza si hanno nella Tecnologia, dove acquisizioni sperimentali, intuizioni e deduzioni teoriche trovano realizzazione pratica.
Si pensi, per esempio, nell’ambito della Termodinamica e della Meccanica, alla realizzazione delle macchine termiche, frigoriferi, condizionatori e pompe di calore, basate sui principi teorici dei cicli di Carnot e di Rankine.
Ancora taluno potrebbe obiettare che anche i misteri iniziatici e le dottrine esoteriche potrebbero contribuire al progresso dell’Uomo, o che altre discipline che, pur non perseguendo questo obiettivo diretto, meritino d’essere annoverate, a pieno titolo, tra le Scienze.
Pur avendo permesso l’acquisizione di nozioni pratiche utili, l’Alchimia diventò Chimica solo quando gli alchimisti, spogliandosi faticosamente dell’alone esoterico-filosofico che in alcuni, talvolta mascherava esclusivamente la personale malafede e nullità scientifica, cessarono di cercare il “Principio Primo”, la “Pietra filosofale” e l’ ”Elisir” per dedicarsi alla soluzione dei problemi pratici.
Questi potevano essere i più svariati, quali, per esempio, la produzione della polvere da sparo e dei prodotti pirotecnici, dei quali si occupò Vannoccio Biringuccio, che nel 1540 scrisse l’opera“Pyrotechnia”, l’estrazione e il trattamento dei minerali e la produzione dei metalli, di cui si occupò Georg Bauer, meglio noto come Agricola, che negli anni 1530-1546 scrisse l’opera “De re Metallica”, la produzione delle ceramiche, dei vetri e degli smalti, di cui si occuparono Bernardo Palissy, intorno al 1550 col suo “L’Art de la terre”, Giovanni Battista della Porta, nello stesso periodo, con il suo “Magia Magistralis” e Antonio Neri col suo “De Arte Vitraria”, intorno al 1600.
Delle interconnessioni tra la Chimica e la Medicina si occupò Teofrasto Bombast von Hohenheim, meglio noto come Paracelso che, intorno al 1500, inventò la Jatrochimica.
Questo scienziato non riuscì a liberarsi dalle pastoie alchimistiche, per cui mantenne la sua propensione per l’”Archeus”, anche se, sotto un certo punto di vista questa entità potrebbe considerarsi antesignana del “Principio Attivo “ della Farmacologia moderna.