La claramontana d’Africa, licenziata, si allontana dal paese, stimata e onorata di Ange de Clermonta
La vedemmo arrivare circa sette anni fa la nostra bella claramontana d’Africa che, prima o poi, oltre che cittadina residente meriterebbe la cittadinanza onoraria. Il datore di lavoro si fidanza ed è quasi normale che dia il ben servito a chi lo ha assistito con scrupolo di governante, con la professionalità di una ottima massaia, con le competenze di casa e di cucina propria delle nostre mamme e delle nostre nonne. Canta la Sacra Scrittura:- Sono bella e nera, figlie di Gerusalemme.- Così potrebbe dire Fatima(il nome è nostro):- Sono bella e sono nera figlie di Claramonte!- Già la splendida africana per sette anni l’abbiamo vista aggirarsi nel paese, per la spesa quotidiana, per le pratiche in comune, per le spedizioni alle poste, ma soprattutto per permettere ad un ammalato del tutto paralitico d’essere presente alle feste, di partecipare alle merende, di socializzare. Una ragazza d’oro che sicuramente molti avrebbero voluto sposare se lei non avesse scelto il rispetto scrupoloso della sua fede che vieta i matrimoni misti. Cinque volte al giorno in comunicazione con Allah e poi a riordinare, pulire, cucinare con tratto molto signorile una casa non certo piccola e con i suoi problemi. Ultimamente, quando giungevano familiari dell’ammalato, si accontentava di dormire su un divano. L’abbiamo conosciuta in tanti e l’abbiamo apprezzata. L’hanno conosciuta bene le coetanee del paese e l’hanno apprezzata. Chi non ha voluto bene e stimato Fatima che fin dagli esordi si è dimostrata una di noi? Nessuno notava più il pur meraviglioso colore della sua pelle e poco mancava che parlasse pure il sardo. Eppure le sofferenze non sono mancate né le malattie sopportate con decoro e riservatezza e mai senza far pesare queste sulla tabella di marcia quotidina.
Io, da quando, attraverso un film, ho comnosciuto la storia meravigliosa di Santa Giuseppina Bakhita, una schiava africana, riscattata e passata attraverso umiliazioni di ogni sorta, innamoratasi di Cristo e sua ardente seguace da meritare la canonizzazione, ho chiamato Fatima, Bakhita, tante sono le doti di questa meravigliosa e virtuosa ragazza musulmana. Ora si allontana per un pò e debbo dire che ci mancherà. Certo è però che Fatima è stata un modello di professionalità a casa e un modello di donna nella socializzazione in paese. Di lei non si può dir che si è integrata, di lei si deve dire che da quando è venuta qui ha acquisito le migliori doti di ragazza di buona famiglia che ha compiuto il suo dovere e che è vissuta da claramontana esemplare.