I pascoli tornano ad ammantarsi di verde e Checco è felice di Ange de Clermont
Un’ora fa mentre mi vestivo, ho spostato la tenda dalla finestra e attraverso gli sportelloni che lasciavano intravedere lo colline mammillari della valle sottostante la mia casa, ho notato che pian piano i pascoli s’ammantavano di verde. Poi ho aperto gli sportelloni e lo spettacolo è davvero incantevole. Il verde leggermente conquista la valle, miracolo della pioggia abbondante dei primi giorni di ottobre. Tra una settimana sarà del tutto scomparso il giallo che ci ha accompagnato per tutta l’estate, ora si va verso l’autunno accogliente e ad ogni sguardo nella valle rinascono le speranze nel cuore.
Il verde infatti è uno dei colori più riposanti nelle sue variazioni di verde-pisello, verde vescica, verde-smeraldo. Le greggi cominciano a brucare l’erba con piacere e il pastore mille volte stupito guarda con gioia al futuro dicendo tra sé:
-Tutto latte per il caseificio e acconti mensili per le mie tasche povere di contanti.-
Ha ragione Checco che osserva i suoi pascoli nella valle di Bados de Lové, ma son felice anch’io, chissà che visitando la valle si sbrigli la fantasia per portare a compimento il giallo noir rosa che ho lasciato a metà. Ho abbandonato da mesi, qui nel mio blog, il marchio dalla protòme taurina,con due archeologi accoppati nelle domus de Janas e non so ancora chi li abbia mandati all’altro mondo, sì, non pensiate che conosca già il killer, lo scoprirò negli ultimi capitoli, per ora gl’indiziati sono almeno tre, ma non so chi sia il vero. Ci vuole un pò di consultazione con la matriarca che non fa che leggere gialli su gialli che si ammucchiano sul suo comodino nella sua stanza da notte, anzi nella camera matrimoniale dove in quella che ogni morte di papa è la mia parte, si ammucchiano riviste e libri.
Io nella mia stanza ho soltanto una piccola Radio Maria, una lampada da comodino, il rosario e tre pacchi di fazzoletti e niente più, a letto non leggo, prego per le anime sante del Purgatorio del vicinato, del parentado, per gli amici defunti; per il papa, per i cardinali, per i vescovi, per i sacerdoti, per i cristiani perseguitati, per la salute spirituale e fisica delle donne, per i miei gravi peccati che in 76 anni di vita ho indubbiamente commesso (qui a Chiaramonti o a Sassari o in Sardegna mica fioriscono i santi come gli asfodeli) e quando dimentico d’esser peccatore c’è mia moglie, perfetta matriarca e contabile, che me li ricorda uno per uno.
Lasciamo però i miei peccati da parte e ritorniamo all’autunno verde del nostro suggestivo paesaggio e al pastore che finalmente senza troppa fatica incasserà i pascoli che DomineDio gli manderà gratuitamente e che lui si dimentica spesso di ringraziare. Non Checco però che è diventato un buon cristiano. Non che prima fosse uno scavezzacollo, però qualche licenza se la prendeva, ma la bellissima Caterina lo ha condotto all’altare e presto presto gli ha regalato tre figli. In parole povere Checco si è fatto serio, ha scoperto la bellezza della campagna e alleva ecologicamente il suo bestiame. Carne pregiata per i suoi figli (e per gli amici). Pochi, lo sanno, ma Checco è felice della sua piccola azienda e adesso che il verde è tornato si rallegra per le sue pecore pronte a ingrassare.
Non è solo Checoa a rallegrarsi perché più su, nelle valli di Oloitti, una sarda pastora, Maddalena, alleva i suoi vitellini con molta cura, levandosi presto, e provvedendo ai suoi animali: le mucche gravide, quelle bisognose di cure, i vitellini di sostenere e curare, i maiali e poi c’è il terreno da arare con le macchine che guida con la perizia di un uomo e cento altre cose da fare che chi non è vissuto in campagna con le bestie come me non riuscirà mai a capire.
Il tempo è mite se non si muove il vento, il sole, mister sole, colui che tutti i santi giorni ci prende in giro fingendo di sorgere e di tramontare, non è più caldo come durante l’estate. Le giornate s’accorciano e le notti man mano s’accrescono, si, perché si va verso l’inverno che certo non piace per il freddo, ma è necessario per la natura che si riposa, per esplodere poi di nuovo a primavera. Non andiamo troppo in fretta, per ora fermiamoci all’autunno e se volete sentirlo vibrare nell’animo andatevi ad ascoltare e a leggere la canzone napolentana Malinconico autunno e poi fatemi sapere. La troverete su you tube, gratis.
Dimenticavo, non mancano molti giorni alla commemorazione dei defunti e la matriarca mi chiama perché vuol salire al cimitero dove io vado a meditare e lei a ripulire la tomba di famiglia. Quante Marte al mondo, bisogna avere pazienza! Io porterò i secchi d’acqua per lavare la tomba e lei la ripulirà e poi innaffierà i fiori.