L’ombra di Orgosolo su Chiaramonti di Ange de Clermont
Sembrava che il paese delle tre colline (Monte ‘ Cheja, Codinarasa, Monte Carmelo) e il variegato territorio di quasi 100 chilometri quadrati, con quasi 40 mila pecore e non so quanti bovini, suini e caprini, fosse ormai indenne dalla criminalità organizzata o disorganizzata, ma, a leggere i giornali, in questa vasta operazione che pare veda il vertice nel già famoso bandito di Orgosolo, il territorio di Chiaramonti sia coinvolto in base ai dati ancora in forma umbratile che si evincono dal paese. Non bastano la banda o le bande del buco, ci voleva pure quest’ombra gigantesca per gettare discredito sull’innocenza dell’amato paese. Anni fa si trattò di un ettaro di pomodori piantati nei pressi di Lavrone, pomodori che qualcuno inquinò con delle erbe illegali e l’analisi dei laboratori dei Carabinieri identificò come marijuana. Le analisi però come quelle del DNA possono essere truccate e chi saprà mai la verità vera , visto che per quella giudiziaria, qualcuno pare passi giornate al chiuso invece che all’aperto, vista l’aria limpida e i dolci venti che soffiano a Chiaramonti. Ora c’è un padre, sofferente e pare vittima del nostro ex eroe bandito. Pare che non si tratti di un membro deila rinata Confraternita della Santa Croce, ma di un uomo che per essere costretto a pagare certi debiti, gli hanno messo a repentaglio la vita del figlio. E da parte di chi, di uno che sovente pare venisse a banchettare porcetti e agnelli arrosto in casa. Insomma dubbi, paure, ombre calano sull’anima diventata irrequieta di Chiaramonti. Sempre per questa maledizione di pomodoro che rassomiglia alla marijuana e che zio Busecca (il nome è di fantasia) mi dice che con la crisi il mondo pastorale soffre di liquidità vista l’avarizia (qualcuno dice usura) delle banche. La colpa sarebbe tutta lì. Si coltivano pomodori che poi essendo inquinati o incrociati producono quella che la gente dice marigiuanna, intendendo marijuana. L’anima di Chiramonti è ammalata ed è venuta a trovarmi con le lacrime agli occhi dicendomi:- Stavo dormendo nel bosco dei frassini e vengo svegliata da camionette dei carabinieri che prendono non pecore, ma qualche uomo e lo portano al Santo la cui devozione a Chiaramonti è antica quanto il paese. Mi spargo per le case, per le piazze, sul davanzale delle chiese e sento cose che mi hanno toccato il cuore. Ho udito parlare di Orgosolo, ma meraviglia delle meraviglie ho visto la sua anima che si posava sul campanile in modo sfacciato. L’ho cacciata via con difficoltà. Sono entrata in chiesa e ho detto due parole a San Matteo, a Santa Giusta, a Santa Maria Maddalena,a Santa Caterina d’Alessandria, a San Giuliano a San Michele Arcangelo, santi protettori ab antiquo di queste terre. Sono costernata al punto che questa volta vado a prendo sonno nei boschi di Bados de Lové.!- Con le ultime parole e il battito di due grosse ali l’anima scompare.
E adesso come la mettiamo? Noi speriamo che sia una delle tante montature che tra forze dell’ordine, stampa ( i giornali s’hanno da vendere) e chiacchiere da crocchio sotto sotto non ci sia niente. Se c’è un paese di onesti e probi cittadini è Chiaramonti. Assente è ormai il vilgentame di falchiana memoria. E Grazieneddu, con la sua discreta pensione, l’affetto per il suo borgo, è quasi impossibile che si sia lasciato prendere, a 71 anni, da vecchi ricordi e pressanti nostalgie. Secondo me è tutta fantasia dei giornalisti ed esercitazione della sempre benemerita Arma dei Carabinieri. Per zio Giovannandrea che sono andato a consultare in camposanto è tutta una montatura. Io a zio gli credo è sicuramente tutta una montatura per un documentario del TG3 che da quando c’è quella bella figlia di Enrico si agita come una volpe in cerca di qualche grappolo d’uva, anima mia libera!