Suor Laura, Figlia della Carità, serva dei poveri di M. Cristina Manca
Mi mancheranno le chiacchierate quasi quotidiane con Suor Laura dopo la Messa serale. In realtà chiamarle “chiacchierate” è riduttivo. Meglio definirle conversazioni (brevi ma sostanziali) sulla vita alla luce della fede. Della fede profonda di suor Laura, capace di risvegliare la mia fede poverissima.
Che cosa potrebbe fare una suora di più grande?
Forse per questo moltissimi le volevano bene, le confidavano con fiducia le proprie afflizioni, le comunicavano con affetto le proprie gioie, le chiedevano preghiere; e sia che fossero lieti o afflitti si allontanavano da lei sentendosi sollevati e migliori.
A me piacevano anche i suoi aneddoti riguardanti la sua professione di infermiera all’ospedale o qualche episodio della sua lunghissima vita. Sapeva raccontare. Ma soprattutto, e la si avvicinava per questo, sapeva pregare, ascoltare, accogliere, consolare, donare, sopportare, perdonare, amare. Con semplicità. Con l’agevolezza dei piccoli del Signore.
Sana nel fisico nonostante la veneranda età, lucida nella mente, precisa nella parola, arguta nel pensiero, forte nell’animo, umile nel carattere, allegra nello spirito, finissima nel porsi, limpida nell’anima, santa nel cuore, questa suorina di novantadue anni era una persona pienamente realizzata.
Considerava un dono senza pari l’essere suora, Figlia della Carità. Amava e venerava la sua Famiglia Religiosa (il modo delicatissimo con cui nominava consorelle e madri, era uno dei tanti indizi di questo amore); ed al contempo continuava ad amare profondamente la famiglia d’origine: con quale gratitudine e stima amorosa ricordava i genitori morti da tantissimo tempo ma sempre presenti in lei!
Alcuni mesi fa, suor Laura mi regalò una biografia della Beata Rosalia Rendu dentro una busta sulla quale mi scrisse una dedica firmata «Suor Laura F.d.C. serva dei poveri ».
Il rispetto dei poveri! Sembra una cosa scontata, invece purtroppo non lo è affatto. Ma questa era un’altra delle sue peculiarità, forse la più importante per una suora del suo Ordine. E senz’altro era una delle sue caratteristiche che più m’incantava.
Cara suor Laura, chissà quante volte anche per te Gesù ha esultato nello Spirito Santo e ha detto:
« Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelati ai piccoli ».
Cara suora, hai accolto il Regno di Dio come un bambino – lo si vedeva dal tuo sguardo limpido e da tutto il tuo essere – adesso che sei in Cielo parla, con l’insistenza e la fiducia di un bambino, a nostro Padre di noi.
Sì, per favore, insisti per noi.
Tu che qui in terra eri una Serva dei poveri, non smettere di servirci in Cielo.
Mi accennasti un giorno alla potenza del Battesimo. Il tuo era un parlare esperienziale, non accademico. Quel cenno mi è servito più di mille lezioni studiate a tavolino.
E così accadeva con gli altri tuoi accenni, sulla Madonna, sui santi, sulla Chiesa, sulla carità fraterna, sul voto d’obbedienza, su diverse altre realtà. Cenni, grandi però quanto un immenso tesoro nascosto in un campo, che uno trova così, all’improvviso, diventando inaspettatamente ricco.
Grazie Signore di averci dato suor Laura, vera Figlia della Carità con in dote la libertà dei figli di Dio.
M. Cristina Manca
18 aprile 2013