Un tuffo nel passato nell’Aula Magna dell’Università di Sassari di Angelino Tedde
Non so da quanti anni mi mancava quell’aula magna già tante volte frequentata per congressi e convegni. Forse da 8 o forse da 9 anni. Già son dieci anni in pensione e sinceramente uscire nel secondo pomeriggio da casa per rientrare alle 23 non è cosa di tutti i giorni. Non amo più andare a convegni e a congressi anche perché a volte mi tocca di sorbirmi cose tante volte sentite e oratori non tanto vivaci. Ieri però si trattava di fare una cortesia agli amici venuti a Sassari da fuori per la presentazione del libro del giovane amico, quasi figlio, Fabio Prùneri, che ha colmato una lacuna della storia patria.
L’istruzione in Sardegna dal 1720 al 1848, Il Mulino, Bologna 2011 per conto mio l’ho letto e riletto e l’ho trovato interessante e quasi suggestivo, l’ho anche recensito in questo blog, ma si trattava di presentarlo alla città che come al solito era assente. Mancavano amici storici, erano assenti amministratori locali, ma soprattutto erano latitanti maestri e professori ai quali in primo luogo il libro è indirizzato come strumento di approfondimento della storia della scuola sarda. Erano presenti parecchie studentesse e questo è già una consolazione.
Hanno preso la parola il rettore Attilio Mastino, meglio noto come Attilio l’Africano, non perché lo sia ma perché da trent’anni porta avanti gli scavi della provincia dell’Africa romana, con lusinghiere scoperte e con una vera biblioteca di volumi, frutti copiosi dei suoi periodici convengni con almeno altri cento studiosi provenienti da tutto il mondo. Mastino è davvero come studioso un primo della classe. Ha parlato del libro con chiari riferimenti al percorso della ricerca e si è complimentato con l’autore. Dopo di lui ha preso la parola un’altra veterana,Maria Margherita Satta, raffinata etnologa della Sardegna e ora direttrice del Dipartimento che accomuna partendo dalla storia una marea di discipline umanistiche. La donna ha apprezzato il contenuto socio-antropologico del libro. Poche, ma sensate parole anche dal preside della facoltà di lettere e filosofia Aldo Morace.
Ha preso la parola, dopo queste che possiamo chiamare autorità accademiche, l’illustre professore Luciano Caimi, già docente di Storia della Pedagogia presso la nostra università attualmente della Cattolica di Brescia. Un discorso a tutto tondo il suo, a partire dai limiti cronologici e contenutistici, tutto teso ad evidenziare i binari entro i quali il giovane studioso, formatosi alla Cattolica di Milano, un pò suo allievo, ha condotto la ricerca, evitando Scilla e Cariddi, ma guidando la nave del suo ingegno sugli avvenimenti essenziali che hanno attraversato la storia scolastica della Sardegna al momento in cui il famoso Ministro degli Affari di Sardegna, Giovanni Battista Lorenzo Bogino (1701-1784) ha traghettato le politiche scolastiche isolane dalla stagnazione spagnola alla modernità, attingendo per le sue riforme sia da quanto di meglio poteva presentare la Penisola e l’Europa. Il suo discorso è stato così ben congegnato e articolato per cui meglio sarebbe pubblicare l’intero intervento se l’ottimo accademico lombardo ci fornisse il testo dell’intervento.
L’altro intervento qualificante è stato quello di Piero Sanna, professore di storia moderna della nostra università. Egli ha rimarcato come l’autore mentre guardava le vicende sarde non ha dimenticato la penisola, specie il Piemonte (con tutti gl’intellettuali sardi presenti, in primisi il canonico teologo Antonio Manunta) e la Lombardia (con il Cherubini e la sua Metodica) e l’Europa col metodo tradotto dal Cherubini, direttore delle scuole primarie lombarde. Certo la Sardegna è un’isola, ma ha potuto legarsi con tanti fili al mondo formativo peninsulare ed Europeo.
L’antropologa culturale Gabriella Mondardini ha pianto la mancanza della formazione femminile, lei che si considera una femminista morbida. A lei ha risposto lo scrivente rilevando che la documentazione sulle politiche dell’istruzione rivolte alle donne era presente nel progetto del Manunta, e in altri luoghi (L’istituto delle Figlie della Provvidenza del Vassallo a Cagliari nel 1751, l’Orfanotrofio delle Figlie di Maria Addolorata a Sassari nel 1832, l’insegnamento delle suore claustrali rivolte alle donne prima nobili e poi di altri ceti sociali. A Cagliari nel 1400 si rintracciano biblioteche di donne illustri cfr. Olla Repetto) ma Pruneri doveva tenere la dritta sul sistema scolastico rivolto ai ragazzi, per cui de hoc in aliss locis).
Hanno vivacizzato la serata il giovane studioso inglese Tom Woodin, senior lecturer in Education dell’Institute of Education of London e il torinese Angelo Bianchini, il primo ha rilevato l’importanza della memoria storica al fine di meglio conoscere la realtà presente, il secondo ha tentato di fare delle comparazioni tra i vari sistemi scolastici del Piemonte e della Sardegna tra sette e ottocento.
Le studentsse nel frattempo, quatte quatte, la maggior parte avevano abbandonato l’aula e così con un intervento molto sintetico l’autore del libro ha chiuso la serata densa di meditazione sulle vicende scolastiche sarde in epoca moderna e sugli orientamenti politici dei Savoia alla ricerca della “felicità” dei sudditi sardi.
La presentazione del libro è stata supportata anche dalla libreria Koiné, Aldo Addis, che ha curato l’esposizione di numerosi volumi del saggio. Il giovane, ormai noto in città per la sua attività culturale e per l’invito frequente rivolto agli autori delle opere, resta una stazione di riferimento librario e culturale della nostra città di Sassari.