Echi lontani della commedia delle vestali della scuola di Ange de Clermont
Per me si va nel covo di Letizia
Per me si va nel brodo sindacale
Per me si va nell’eterna mestizia
Per me si va al casìn parlamentare 4
Concionerò soltanto della guerra
Che vede tante proffe nella pugna
Per via dello punteggio che le inserra
Che sul diritto ha passato la spugna 8
Berlinguer che un tempo governava
Il Ministero dell’Educazione
Grazie e favori a tutte dispensava
Creando il caos ch’oggi fa magone. 12
Bandì concorsi di vecchia maniera
Che vide correr per il pane e il cacio
donne d’ogni età d’ogni stadera
con la libido dello primo bacio. 16
Codeste pie vestali della scuola
Decise a tutto per salire in sella
Giunsero nelle aule della mola
Sicure di salir nella predella. 20
Con il disio segreto di copiare
Da testi, da bignami e d’altri frulli
Giunsero in classe per cercar lo pane
Con borse con cartelle e bibliotrulli. 24
Più d’una si portò lo cellulare
Onde carpir da fora l’argomento
E trascrivere senza faticare
Da capo a fondo il componimento. 28
Dall’Alpi all’aspre calabre alture
Mormoravan le proffe senza lena
E i commissari con le orecchie ture
Muti restavan come i pesci a cena. 32
In Sicilia si giunse a trasportare
Di biblioteca intera li volumi
Così che poté abilitarsi pure il mare
Dotato di sapienza da quei lumi. 36
In Sardegna financo li pastori
Svolsero il tema per le loro belle
Ricompensati poi dai caldi affrori
Delle vivaci e garrule pulzelle. 40
Dopo gli scritti furono gli orali
Con commissari ebbri di lambruschi
Che dopo avere fatto i commensali
Si diportaron come morti etruschi. 44
Così d’Italia narrano le fole
Sulli concorsi d’abilitazione
Ma so di certo che di scritti mole
Agli esami già fecero stazione . 48
Alcun gridò “O mamma che sfacelo,
con queste proffe malabilitate
contano più gli stomaci col pelo
delle tradizionali marmellate”. 52
Povera Italia di dolore ostello
Donna senza timone in gran tempesta
Ignara che don Luigi era più bello
Pria che il minister gli desse a testa. 56
Ma l’omo di governo non fu pago
E alle piangenti proffe che in predella
Eran salite senz’alcuno spago
Fece somministrare pur la marmella. 60
Spinto dai sindacati con li corni
Che col pretesto che le pie vestali
Per trecentosessanta interi giorni
Aveano imboccato gli scolali 64
Chiedevano d’avere immantinente
Codeste pie baliette della scuola
In ore cento la stessa patente
Per merito del giro della mola. 68
Avvenne sì che pure queste donne
Con il corsetto di strambi docenti
Divennero di scuola le madonne
Con tanta nebbia nelle loro menti. 72
Preso dalla tristura il buon ministro
Gridò “Sto sconcio ormai deve finire”
E con un piglio suo tutto sinistro
Le Sisse concepì sull’imbrunire. 76
“Occorre dare scienza a sta masnada
Con una selezion a conto chiuso
Per anni due dovran seguir la strada
Dell’ago della tela e dello fuso. 80
Con l’Europea Union dovranno stare
Le proffe dell’Italia così bella
Prima che danni gravi possan fare
Con quest’andazzo da telenovella” 84
Così nacque la Sisse e le sissine
Che dopo una severa selezione
Dovettero riprendere poverine
Per ore mille la vecchia canzone 88
“Sette paia di scarpe ho consumato
Per riprender la via dell’accademia
Settecent’euro ho pure regalato
All’Università per la vendemmia. 92
Mille euro di libri ho acquistato
Per la didassi d’ogni disciplina
Mille euro per anno ho consumato
Per rimetter lo capo in giusta china. 96
Tanti esami e tesine ho preparato
Per dare prova d’ogni mio sapere
Tante lacrime amare ho degustato
Per stare sulla sedia come Alfiere. 100
Quattrocent’ore ho pur tirocinato
Dentro le aule con le tutorproffe
Sperando in Dio che poi avrei trovato
I giusti panni e le idonee stoffe. 104
Con l’entusiasmo di chi ha pur sudato
In un biennio con tesi ed esami
Ho conseguito il titolo sognato
Ho preparato per i figli il pane”. 108
Ma ignoravan che la rea Letizia
Senz’arte e senza alcuna conoscenza
Rimescolando tutto con malizia
Avrebbe livellato ogni sapienza. 112
Mescolando il passato allo presente
Cancellando ogni merito acquisito
Mettendo insieme il parto della mente
Con le zucche, le rape e il pesce fritto. 116
Con pastasciutti rei parlamentari
Dopo aver livellato senza dritto
I bravi coi mediocri e coi somari
Pure merito ha dato a qualche sito. 120
A chi sul mare a chi sulla montagna
Avea impartito ai bimbi la lezione
Ritenne di dover segnar cuccagna
E li meriti porre nel mattone. 124
A chi il soldato avea finto di fare
Perché dotato di roventi palle
Dodici punti volle dispensare
Per sollevarlo da profonda valle. 128
A chi tra più livelli avea insegnato
Oggi lo greco domani la storia
Volle conceder pur lo cioccolato
Di punti sei in più per la memoria. 132
Pare che a chi avea l’anello al naso
Nella lingua oppure nella fronte
Letizia pur donò fiori di vaso
Come a color ch’erano state al monte. 136
Li deputati della commissione
Colmi di friula grappa lo cervello
Dettero lo punteggio anche al beone
Ch’era rimasto invalido all’uccello.140
A misfatti conclusi e combinati
Le proffe sono scese per la pugna
Rese scontente da questi misfatti
Armate come Sciti di Fallugna, 144
Metteranno le scuole a ferro e fuoco
Chiederan che Letizia se ne vada
Ad ingrassar le mucche del suo loco
Nella vasta fattoria della sua Pada. 148
Ministri tocchi dell’Educazione
Quando porrete mano alle riforme
Tenendo in mano la Costituzione
E mandando all’inferno quelle torme 152
Di postulanti proffe senza storia
Di sindacati senza capo e collo
Di deputati pieni sol di boria
Che dovrebbero star col culo a mollo. 156
Quando la finirete di creare
Categorie cinesi per la scuola
E l’unica riforma reimpostare
Dando alle proffe l’identica stola? 160
Canta pure alla luna mio Alighiero
Nessun ti ascolta nessuno si pente
Chissà che questi versi lo sentiero
Trovino di qualcun che ponga mente.164
Altrimenti in bolge dell’inferno
Ad arrostire coi brutti satanassi
Vadano tutti quanti per l’eterno
Finché Satàn li cacci in cerchi bassi. 168
Donde non c’è perdono né salvezza
Non c’è speranza di redenzione
Ma sol di puzzo una continua brezza
Di zolfo, fuoco, eterna perdizione. 172
Per li parlari della commissione
Scudisciate sul culo e lingua fora
Inforcati con ferri nell’addome
E sospesi in puteolente morta gora. 176
Ai sindacati togliamo ogni cassa
Girino i loro addetti dentro un sacco
Come Francesco con la testa bassa
E scudisciati siano per lo smacco. 180
Un ultimo augurio a Berlusconi
Che lascia le vestali senza pane
Si prenoti un bel giro sui cicloni
E porti via con se le sue befane . 184