Pseudoartisti mendaci e privi del rispetto dovuto ai credenti in Cristo di Angelino Tedde
Un microcefalico, volontario del cornuto, che si spaccia per artista, ha presentato, con fare pseudopensoso una farsa idiota, paragonabile alla merde d’artiste di una sedicente mostra di alcuni anni fa, fregandosene del sentimento religioso di milioni di credenti, accostando, in questa autentica bazzinata pseudoteatrale , lo sterco al Santo volto di Cristo e poi a far piovere liquame sullo stesso volto e a farlo colpire da un gruppo di bambini come ha fatto in Francia o da qualche adulto con oggetti vari. Preoccupato che gli spettatori non capissero il suo stercoso pensiero, ha fatto scrivere, sullo sfondo del palco -Tu sei (e non) il mio pastore.-
Il contenuto di questa bazzinata teatrale (lasciamo pièce a quelle autentiche) vuol essere, a suo dire, (vedi su you tube le sue contraddittorie intervistine), il confronto tra la decrepitezza della vecchiaia con tutti i suoi acciacchi e la fede in Dio che non servirebbe a niente. Insomma, soffrire è una follia!
A parte il disprezzo evidente della vecchiaia, ridotta ad un cesso, si vede che l’uomo non conosce nemmeno i pannoloni dell’incontinenza che, per certi versi, salvano la dignità di un vecchio. Lo psudopensatore scopre la verità finale: la divinità non ti salva dalla diarrea di vecchio decrepito. E’ la tesi che corre da duemila anni, da quando gli spettatori presenti alla crocifissione di Cristo, urlarono: -Se è figlio di Dio, venga a salvarlo!- Certamente più educati di questa testa di glande romagnolo.
Meglio avrebbe fatto a portare sulla scena Giobbe o a rappresentare qualche salmo di Isaia, se questo era lo scopo che voleva raggiungere. Così facendo però non avrebbe raggiunto a buon mercato la pubblicità del suo genio teatrale e pochi lo avrebbero notato con relativi magri incassi! A questo gaurro non è passato manco per la testa che avrebbe offeso milioni di credenti e anche di non credenti e milioni di vecchi: un sedicente artista oggi è libero di dissacrare, di bestemmiare coi gesti e con le parole. L’arte supera i diritti civili, quelli umani, non parliamo di quelli divini; il farlocco ha dichiarato di non credere, per giustificare il suo pudidume. Dalle interviste appare come un bradipsichico alla ricerca di organizzare quelle poche ideucce che riesce a partorire.
Poveraccio, può darsi che abbia dovuto fare il badante malvolentieri a qualche nonno o al padre, chi lo sa, forse anche alla madre o a qualche parente, allora ha scritto questa commedia per trasferire gli affrori, che ancora lo tormentano, negli spettatori che, a quanto si narra, in alcune rappresentazioni si sono dovuti sorbire anche l’odore dello sterco umano. O forse ha voluto imitare Pasolini che in una sua rinomata, ma altrettanto nauseabonda, opera cinematografica ha fatto bere in presa diretta tanta pipì ad un generale.
Di clochard del pensiero che insultano la divinità ce ne sono stati, ce ne sono e ce ne saranno ancora, nonostante l’ammonimento Deus non irridetur. Che cosa dobbiamo fare? Certamente mettere alla berlina queste operette da vespasiani e poi pregare per la guarigione di questi autentici ammalati, augurandoci che qualche centro di recupero psichiatrico, prima o poi, non lo aiuti a rinsavire.