Osservate i gigli del campo di Padre Agostino da Las Plassas O. F. M.
Di fronte alla schizofrenia politica del mondo globale che va a picco; di fronte alla crescita della povertà ovunque; di fronte ll’ansia che provocano le borse altalenanti; di fronte alla mancanza di unità d’azione politica specie in Italia, di fronte all’arrembaggio dei posti di potere una volta cacciato Berlusconi, non si fa che litigare, che pensare al miglior profitto per la propria fazione politica: i cattocomunisti vogliono mettere finalmente le mani nel malloppo: D’Alema e Rosy Bindi, Bersani e Vendola, Franceaschini Panecipolla e Finocchiaro, dopo tanto digiuno di potere vogliono affogarsi di esso che, dopo aver campato a base di “Vattene Berlusconi!” ora hanno le soluzioni pronte per risanare l’Italia con Mario Monti. Di PIetro non ha mai capito nulla di politica, di diritto romano, di storia del diritto, di latinorum, non parliamo di graecorum. dopo aver candidato il figlio in Abruzzo, ora vorrà piazzare la compagna numero due al governo. Vendola che amministra girando per l’Italia, da lontano, la ricca di uomini e di agricoltura Puglia, propone alleanze per la gestione della magnozza. I venduti dall’alito cattivo di Repubblica, giornalisti esteri, continuano a dare pagelle di cui la storia farà piazza pulita dei vari governi Berlusconi, considerato dai bolognosi, rossi come il diavolo, uomo da Certosa: -Riposi in pace amen!”
Dei traditori fascistelli ai quali dovremmo affidare il nostro futuro e la nostra libertà non vale la pena parlare: le prossime elezioni li ridurrà ad un gruppetto di nostalgici sotto l’imperio del maestro elementare Fini, faccia di cartone, infatti, le peripezie con cui ha conseguito la laurea in Pedagogia non gli sono giovate a niente, se non con azioni degne di un Casanova, procacciarsi compagne alla bisogna. Che dire di Casini, marito di Azzurra Caltagirone, V gruppo editoriale italiano e come direbbero a Sassari “un be’ ricco” e padrone del Messaggero e del Mattino di Napoli! Nulla diciamo è nato con la camicia.
Di fronte, al subdolo Debenedetti, padrone di trenta quotidiani provinciali fatti a fotocopia della Repubblica, nemico giurato di Berlusconi, spregiudicato speculatore di borsa, sfigato se non nel denaro, ogni volta che ha aspirato a diventare capitano d’industria ha decisamente fallito. Che dire dei procu di quesra repubblica, buona parte presi dalla ricerca di gestire giudizialmente la vita politica, ma soprattutto intima di Berlusconi, ora che Berlusconi è fuori del governo hanno perso mordente i processi, non interessando più, non sanno dove attaccarsi se non ai gialli che in Italia non mancano o ad intercettazioni per beccare politici e industriali sotto le lenzuola.L’arretrato aumenta e i mafiosi per decadenza di termini lasciano le carceri. Sno gl’individui più locupleti d’Italia in quanto a stipendi e a vita e giustizia autogestita. E Pisanu,Paisanu (all’americana), ma certo vorrebbe diventare presidente della Repubblica alla stessa maniera con cui Parisi vorrebbe rivestire la divisa della Nunziatella per fare il ministro della marina(quello della Difesa lo ha già fatto). Tutti presi da appetiti non dall’amore per l’Italia e dal bene comune. Tutti all’arrembaggio per consumare gli ultimi quattrini e mandare la nazione in default, meglio, in fallimento. Per nostra fortuna dove sia finito Santoro e che cosa valga la Travaglia non sappiamo più nulla, anche i comici ora perderanno il lavoro. Berlusconi, dopo qualche colpo di coda si fermerà e scriverà l’autobiografia dal titolo: “Da imprenditore milanese ad autista di Trenitalia tra rotaie sconnesse, cavallette, nubifragi e besprizzorynie” e si dovrà pur disporre a ben morire, o no? Crede davvero di campare vent’anni, dopo tutto quello che ha passato in questi sfigati 17 anni di governo? Non so dargli dello iettatore, ma pensate a tutte le disgrazie a cui è andato incontro il mondo nel corso della presidenza pupazzara italiana. Pensi ora alla vita eterna. Che dire dei signori dell’avello o della porta che dal Lago Averno, porta agl’inferi? Sono tutti in fila indiana: Scalfaro, Scalfari, Bocca, Eco, Andreotti e i loro coetanei di battaglie ormai defunti. Scomparsi loro non se ne parlerà per un cinquantennio.
Per concludere non ci resta che meditare sulla bella lirica di Giangavino Vasco e, per gli sfiduciati, sulle parole del Nazareno, poco noto ai nostri giorni, famoso per essere stato messo in croce come un ladro, scomparso nel cielo, lasciando 12 testimoni senza sandali a raccontare al mondo la loro avventura e a cambiarlo versando il oro sangue.
Laggiamoci dunque questo brano fratelli visitatori pirati, o di meditazione, o distratti e presi più dal ritirare il sacchetto del pranzo dalla Caritas che non dal mondo dei poteri fortissimi, meno forti, deboli, anzi afflosciati!
(dal Vangelo di Matteo 6, 25-34)
“Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito?
Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.
Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.”
Commenti
Dopo questa ennesima filippica contro i nemici del “Beato da Arcore” che,secondo Lei, sembrerebbe insostituibile, sarebbe cosa buona e giusta raccontare delle sue opere, di quanto di buono ha fatto per l’Italia. Senza dimenticarsi di parlare delle prodezze dei suoi discepoli in Sardegna. Con simpatia
Novembre 12th, 2011
Cortese Domitilla, il padre Agostino di Las Plassas mi scrive: “Caro professore, mi scusi con la Signora Domitilla Mannu, ma lo scopo del mio scritto non era quello di beatificare quello sporcaccione di Berlusconi,a cui ho dato anche dello iettatore, anima mia libera! Ma di invitare i suoi visitatori a leggere il Vangelo e particolarmente il brano che ho citato e lasciar correre le cose del mondo, cose che passano, in breve tempo, fugit irreparabile tempus, e a pensare ai novissima in primis alla morte, poi al giudizio e al destino finale! Solo che siccome sono un pò logorroico, per via del mio predicare, forse ho abbondato troppo nei particolari della classe politica italiana, lasciando poco spazio alle cose di Dio. Chiedo scusa, le chieda perdono a nome mio. Un’altra volta sarò più attento. Le dica di stare serena, sapesse in quale luogo caccerei l’impudico imprenditore milanese! Dio mi perdoni!”
Novembre 17th, 2011