Il dono di un libro con una lettera d’insulti di Ange de Clermont
Ho ricevuto qualche giorno fa il dono di un suo libro da un vecchio amico. Lì per lì ho sentito quasi un suo caloroso abbraccio. Ho guardato il libro e da piccolo intenditore, sono andato a vedere alcuni dati che solitamente si debbono mettere sulle prime pagine: l’editore, l’anno di edizione, lo stampatore. Tutto a posto: no, manca il titolo sul dorso. Ho visto il colore della copertina e non l’ho gradito, le fotografie pessime, non solo nella stampa, ma anche nei contenuti. Un libro incentrato solo su un personaggio di un organo collegiale istituzionale che manca nelle fotografie sa più di una figura istituzionale fascista che non democratica. A caval donato non si guarda in bocca e mentre lo riponevo sullo scaffale, in attesa di leggerlo e recensirlo, cade una busta dentro cui stava il depliant dell’invito. Apro la busta ed ecco la sorpresa: una lettera di rimproveri, privi di fondamento. L’autore, collocatosi su un piedistallo che, a male pena potrebbe andare per un maestro elementare sulla predella, per impartire lezioni agli scolaretti, mi dà nerbate mosso da un’ira fredda, glaciale, ai limiti della paranoia.
La prima domanda che mi son fatta è questa: si può mandare un dono ad un vecchio amico con dentro del veleno? La vanità di ostentarsi, di entrare a casa tua e colpirti può dirsi amicizia?
Si può restare amici, collocandosi l’uno sempre sopra una colonna da monumento e collocare l’altro in basso a guardare? Anzi a sputtargli in faccia? Per accettare un tale dislivello bisogna essere masochisti. La dignità umana è compatibile con l’insulto? Ho giustamente pensato che questo sedicente amico, più che essermi stato amico, forse gli sono stato amico io. Non ha capito il profondo significato dell’amicizia: l’amicizia è benigna e lascia ampia libertà; l’amicizia non pretende, non impone, non insulta, non biasima. Sai che l’amico che si è allontanato è sempre tuo amico, che lui ti pensa anche quando non lo vedi, che ti stima come sai anche che sopporta i tuoi difetti, le tue bizze. L’amicizia non va a cercare nelle lettere che spedisci ad altri amici, coperte dal segreto costituzionale, che cosa può aver scritto su di te in particolari circostanze che il delatore ti ha nascosto. L’amico può dolersi, ma difficilmente arriva all’insulto. Un amico che accoglie nel suo blog uno che nasconde il volto, getta il sasso, e nasconde la mano, non è un amico sincero. Un amico che attenta alla tua identità è un uomo che non ha riflettuto abbastanza, superficiale, per non dire un killer della parte più profonda della tu anima che la vita ha già troppe volte messo alla prova.
Mi sono chiesto se debba ringraziare per questo dono avvelenato o se debba riporre il libro e la lettera piena d’insulti in una busta e rinviare tutto al suo domicilio. Non voglio arrivare a tanto,per amore di quella santa donna che gli sta accanto, docile e servizievole, ma una cosa vorrei dirgliela: grazie per il libro che sull’esempio degli altri pubblicati poteva essere più curato,visto che andrà a far parte di quella biblioteca dei tuoi scritti che ho promosso e consigliato, ma potevi evitare la lettera avvelenata che fa parte del peggior fiele che, forse a causa dell’età, forse per un fatto caratteriale, potessi cacciare dalla bile. O forse semplicemente perché, irato col mondo, non hai il potere di cambiarlo come vorresti. La pressione alta, la minima, fin dal mattino, può farti brutti scherzi. Ogni santo giorno ricordati che non sei un dio o ai primi posti nel genere umano, ma un pover’uomo con molti difetti e qualche pregio.
Per il resto, anche di questi insulti, da buon cristiano, (magari credulone, bigotto e per un certo tempo anche un sincero democristiano come saresti diventato tu, a detta di qualcuno, se fossi stato vicino a Santa Madre Chiesa), per tutto questo ti perdono e se te la senti percuoti pure l’altra guancia. Sapessi quante volte l’hai percossa!
La tua amicizia, purtroppo, ha registrato sempre questo doppio stile. Non te ne sei accorto, forse, hai un pessimo carattere e ti manca un pò di rispetto per le persone che ti circondano senza incensarti e questo per un laico e laicista è un brutto difetto. Da buon cristiano sono costretto a perdonarti ancora una volta, visto che nonostante tutto, i nostri corpi, riposeranno fra non molto, all’ombra degli stessi cipressi, lassù, nel Camposanto del nostro amato borgo, allo stesso livello della terra. God bless you!