Un demonizzatore degli avversari e analfabeta politico di Ghigno di Tonca
Il pessimo operaio in Germania, fornito di diploma all’Ipia, divenuto poliziotto, presentatosi probabilmente a sostenere gli esami in divisa da poliziotto, laureratosi in leggi probabilmente senza dare istituzioni di diritto romano, divenuto commissario di polizia e poi accolto non sappiamo con quali mezzi in magistratura, affossatore dei partiti democratici che dal 1945 in poi hanno retto l’italia, da quando, lasciata la toga non si sa se spontaneamente o perché glielo hanno suggerito i superiori, è diventato un aspirante leader politico, nelle sue contadinesche uscite parlamentari e nelle sue esibizioni con la mietitrebbia, non ha altri mezzi dialettici se non quelli di demonizzare gli avversari e volerli fuori dalla lotta politica. L’uomo di Curno si agita con le corte braccine, gonfia le gote, si ascolta, quando parla, come gli attori da avanspettacolo. Non si sa se si lavi i capelli che, a tratti svolazzano untuosi e radi nel suo cranio piuttosto ridondante e poi, parlando come un bovaro, chiede agli avversari di farsi fuori. Ora, va bene che Berlusconi è svaccato, sbraccato e millantatore come ogni imprenditore milanese, ma sostituirlo con un parvenu sine litteris, imitatore della maschera romana di Macus, Papua e Bucus, sarebbe tragico per l’Italia che farebbe ridere quanto ha fatto sganasciare i lettori quel decrepito giornalista sedicente bigamo, con il volto incorniciato dalla barba, quando si è autoproclamato filosofo e che, spinto dal demoniaco abitante di Dogliani che, per non farsi vedere, mentre coltiva le rape in casa sua, ha circondato tutto il complesso abitativo di una muraglia alta tre metri, ha attaccato Berlusconi da tutte le parti del corpo e dello spirito. Per i piemme di sinistra, rossi dalla bile giallastra, il Berlusca sarebbe mafioso, probabilmente omicida, trafficante di sostanze doppanti, feticista sessuale, masochista sessuale, pedofilo, efebofilo, orgiastico con Fede e Lele Mora, organizzatore di bordelli, dotato di pompetta nell’inguine. per risvegliare il can che dorme. Insomma, ci sarebbe da organizzare qualche seduta spiritica per far parlare quel giornalista napoletano che ha dedicato missionariamente gli ultimi anni della sua vita ad illustrare i peli dello stomaco di Berlusconi. Ora dovrebbe avere una vista più veritiera della realtà e potrebbe, apparendo al contadinazzo senza congiuntivi, far capire che nel governo Berlusconi i ministri contano, compreso il caprone degl’Insubri, conta l’arresta-mafiosi Maroni, conta il “borsista” Tremonti; e tre monti non te li mangi come un panino. Non sto ad elencare tutti i ministri e tanto meno il raffinatissimo Richilieu on. Gianni Letta. Arrivati a questo punto c’è da concludere che il demonizzatore dell’italia dei Valvassini (un’accolta di vecchi magistrati da comunità per anziani), essendo del tutto inaffidabile bisognerebbe mandarlo all’università degli anziani per insegnarli, sia pure in ritardo, un pò d’Italiano e di Latino. Alzi la mano il docente che lo ha interrogato su Istituzionid Diritto Romano anche se dubito che quell’esame l’abbia dato. Onorevole deputato abruzzese, dica piuttosto che cosa farebbe lei in questa mondiale contingenza economica, politica e sociale, piuttosto che scagliarsi come una maschera latina da avanspettacolo contro il premier di origine milanese che a lei, sul piano culturale, farebbe barba e capelli! Non le converrebbe di più andare per le strade del mondo ,con l’abruzzese zampogna a vendere quel grano duro che pare lei produca carismaticamente? O è tutta una bufala?