Un chiaramontese australiano: Giovannino Scanu a cura di Angelino Tedde (in Italian and English)
Avevo 23 anni e volevo vedere il mondo in quanto non ero uscito mai da Chiaramonti non avendo fatto il servizio militare essendo quartogenito esente e allora, vista la grande richiesta di manodopera specializzata dall’Australia (ero un esperto muratore figlio d’arte da generazioni) decisi di partire per l’Australia. Eravamo nel 1956, l’anno della grande nevicata, m’imbarcai per Genova dove passai tutta la trafila delle visite mediche e attitudinali e successivamente m’imbarcai il 29 puglio 1956 da Brindisi con la Flaminia diretta in Australia. Giunsi al porto di Melborne il 3 settembre dello stesso anno, mentre m’aspettavo campi dissodati e deserto, rimasi sorpreso a vedere una metropoli mai vista. La mia conoscenza delle città si limitava a Sassari, allora con circa 40 mila abitanti e Cagliari un pò di più.
Dopo lo sbarco fummo accolti in un campo di attesa chiamato Bonegilla, nello stato di Victoria, rinchiuso in quell’ambito per 28 giorni in attesa della chiamata per lavoro che avvenne dopo 28 giorni, con l’assunzione da parte dell’impresa italo-australiana AZ ,per essere inserito nelke, squadre che stavano costruendo un fabbricato enorme, per la mostra delle autovetture . Seguirono altri lavori.
Il salario rispetto alla Sardegna era notevole e il costo della vita abbastanza basso. Sentivo fortissima la nostalgia della mia torre: la maggior dei miei compagni di lavoro erano delle regioni del nord Italia soprattutto Friulani e Veneti. Molto interessante e suggestiva fu la visione della Olimpidi di Melborne e quindi la conseguente socializzazione col mondo australiano. Abitavo nel quartiere detto Carloton, dopo tre anni di lavoro, esattamente nel 1959 arrivò dalla Sicilia una ragazza molto bella, che sarebbe diventata mia moglie. Prese residenza presso la sorella che faceva la negoziante di latticini, gelati e altri generi alimentari e non. In quel contesto ebbi modo di conscerla, corteggiarla e sposarmela. Dal nostro felice incontro nacquero rispettivamente nel ’64 Ezio Giovanni, nel ’72 Davide Alfredo, nel ’78 Lidia Maria che, grazie a Dio, sono cresciuti sani e capaci, il primo fa l’Agente immobiliare, il secondo fa l’impresario dedile, la terza è laureata in economia e commercio e lavora con la General Electric. Tutti si sono sposati: il primo con un’australiana della III generazione,di nome Lisa, e mi ha dato 4 nipoti Achely, Jessica, Emily. Mia, il secondo è sposato con una greca, di nome Louella, la terza, Lidia Maria, è sposata con un inglese di nome Geremia che si dedica all’attività di carrozziere. Dopo la nascita del primo figlio, 12 dalla partenza per l’Australia, nel 1968. sono tornato a Chiaramonti, con mia moglie e mio figlio Ezio, per rivedere mio padre novantunenne, mia madre e i miei fratelli, parenti e compaesani. Tutti si sono complimentati con me per la posizione familiare e sociale raggiunta e per mia moglie e il mio primogenito. Ripartito, ho ripreso il mio consueto lavoro fino al ’73, quando sono ritornato per rivedere mia madre, essendo mio padre passato a miglior vita,che era in condizioni precarie di salute. Così ho potuto salutarla per l’ultima volta come del resto lo era stato per mio padre nel ’68. Dopo il pensionamento nel 2005 sono ritornato in paese da solo per respirare un pò d’aria nativa nella famiglia di mio fratello minore Sergio, dove ad appena 6 anni sono ritornato. Nei ritorni a Chiaramonti ho potuto notare che anche qui il progresso sia pure lentamente è andato avanti e il tenore della vita dei compaesani è notevolmente migliorato. In Australia gl’italiani sono stimati come persone impegnate nel lavoro seriamente e, in particolare i sardi, per quanto io conosca sono molto stimati. La mia emigrazione è stata positiva e penso che un chiaramontese possa convivere in qualunque parte del mondo facendosi onore, perché come dicevano i romani la patria è lì dove si sta bene, sebbene il ricordo della tua terra ti rimane nel cuore come la pelle. Questa’anno (2011) siamo tornati io a Chiaramonti e mia moglie in Sicilia. Prossimamente ci ricongiungeremo per riprendere il volo per l’Australia dove ormai risiedono i nostri figli, nuore e nipoti “australiani” di prima generazione.
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I was 23 and wanted to see the world as I was ever to come out Chiaramonti had not done his military service as fourth childexempt and then, given the huge demand for skilled laborAustralia (I was an expert mason family tradition for generations) I decided to leave for Australia. We were in 1956, the year of the greatsnowfall, I embarked for Genoa, where I spent the whole rigmarole of visitsmedical and aptitude and then embarked on 29 1956 from Puglia Toast with the Flaminia live in Australia. I arrived at the port of Melborne 3 September of that year, while I expected fields plowed and desert, I was surprised to see a metropolis ever seen. The My knowledge of the city is limited in Sassari, then with about 40thousand inhabitants and a bit of Cagliari più.Dopo landing we were greeted in a Bonegilla camp called Waiting in the state of Victoria, encased in that area for 28 days awaiting the call to work occurred after 28 days, with the assumption by the Italo- Australian AZ, to be inserted Nelke, teams that were building a huge building for the exhibition of cars. Followed by others jobs.
The salary was high compared to Sardinia and the cost of living quite low. I felt the nostalgia of my strong tower: the Most of my co-workers were the regions of northern Italyespecially Friuli and Veneto. Very interesting and impressive was the Olimpidi vision of Melborne and then the resulting socialization with the Australian world. I lived in the neighborhood said Carloton, after three years of work, exactly in 1959 came from Sicily a very beautiful girl, who would become my wife. Taken residence with his sister who was a trader of dairy products, ice cream and other food and not. In that context I was able to conscious, woo and marry her. From our happy meeting were born respectively in ’64 Ezio John, David, Alfredo in ’72, ’78 in Lydia Maria, thank God, have grown healthy and capable, the first is the real estate agent, the second is the impresario dedile, the third is degree in business administration and works with General Electric. All you are married: the first with an Australian of the third generation of named Lisa, and gave me Achely grandchildren, Jessica, Emily. Mia, the second is married to a Greek, named Louella, third, Lydia Maria, is married to an Englishman named Jeremiah that he worked as a beater. After the birth of their first child, starting from 12 Australia, in 1968. I’m back in Chiaramonti, with my wife and my Ezio son, to review novantunenne my father, my mother and my brothers, relatives and neighbors. Everyone complimented me on family and social position and reached for my wife and my firstborn. Broken down, I resumed my usual work up to ’73, When I returned to see my mother, my father being passed to better life, which was in poor health. So I could say goodbye for the last time as the rest of it had been for my father in ’68. After retirement in 2005 I returned to the country itself to breathe some air into the native family of my younger brother Sergio, where only about 6 years back.
In return in Chiaramonti I have noticed that even here progress is slowly went well forward and the standard of living of the villagers has greatly improved. Italians in Australia are estimated as persons engaged in work seriously and, in particular the Sardinians, as far as I know are very estimated. My migration has been positive and I think a chiaramontese can live anywhere in the world by being honored, because as the Romans said the home is where you feel good, although the memory of your land you in the heart remains as the skin. Questa’anno (2011) we came back to me and my wife Chiaramonti in Sicily. Soon we reunite to catch a flight to Australia where he now our children live, in-laws and grandchildren “Australian” than bifore generation.