Il chi sono (nebbioso) di Massimo Zedda, nuovo sindaco di Cagliari

“Cagliari è la mia città. Sono nato qui nel 1976. Qui sono cresciuto, ereditando dalla mia famiglia i valori di onestà, responsabilità, coerenza.  Qui sono andato a scuola e all’università, e qui ho fatto quei piccoli lavori che oggi sono definiti precari. Qui ho conosciuto la politica, e la politica è stata la mia scelta.

Politica a scuola e all’Università, come presidente di associazioni culturali e come segretario cittadino della Sinistra Giovanile. Come militante nel Pds e nei Ds e oggi con Sinistra Ecologia e Libertà, perché credo nel rinnovamento della politica e della società intera.

Ho passato anni a confrontarmi ogni giorno con la realtà di Cagliari, a osservarla da tutte le prospettive, in Consiglio comunale e in Consiglio regionale, per contribuire a trovare di volta in volta soluzioni a problemi concreti.

Cinque anni all’opposizione, passati a portare in Comune le voci dei miei concittadini. Voci che ascolto per strada, nei quartieri, nei posti di lavoro. Voci che parlano di problemi, difficoltà, guai. Ma anche di proposte, di idee, di stimoli. Ora è il momento giusto di candidarmi a Sindaco, perché ora Cagliari ha davvero bisogno di cambiare, e non può farlo con le vecchie ricette. Ci vogliono nuove idee e nuove energie. Noi le abbiamo: ora tocca a noi.”

Riflessioni

Siamo di fronte al classico agit prop di partito: solleva tanti problemi, li dibatte, a scuola (immagino a quanto discapito degli studi), all’Università come fuori corso senza concludere gli studi (un obiettivo mancato) dove sia la responsabilità e coerenza non saprei: un mestatore degli studi superiori che non dà esami, ma crea i cosiddetti casini. Dai 18, penso, ai 35 anni, 17 anni all’Università per rompere le palle ai colleghi e ai professori: questo è un universitario modello!

Ha fatto piccoli lavori,(non dice quali), ma non ha pensato a laurearsi, a qualificarsi e a fare dei concorsi! Come esemplare di componente di classe dirigente è davvero un disastro.

Si tratta di un pensatore, di un chiacchierone, di un agit prop politico  che ha imparato l’arte di catturare l’attenzione degli altri non si sa con quale coerenza nei discorsi. Siccome non ha concluso gli studi, non è riuscito a trovarsi un lavoro, ecco che si dà alla politica, per vendere fumo. Una parte di cagliaritani lo vota, Vendola lo sponsorizza. Ditemi che affidamento si può fare nei confronti di un uomo che a 35 anni, non ha un lavoro, probabilmente non ha una famiglia propria, ma vive da bamboccione in casa dei genitori e poi la butta in politica. Un bravo ed ottimo sofista per incantare la plebe. E’ possibile che un uomo giovane che non ha saputo procurarsi un lavoro serio, a parte lavoretti precari, sia affidabile come uomo politico? Ecco i politici professionisti. Che pena la Sardegna! Come si fa ad andare avanti con uomini di questo genere? Adesso ha vinto le elezioni e una cospicua indennità la avrà per vivere non da bamboccione. Questo in base alle sue dichiarazioni, a meno che non abbia frequentato in Italia e all’estero una scuola di partito, che conosca almeno l’inglese, che non abbia girato l’Italia e frequentato le scuole alla Fratocchie. Insomma, le notizie sono scarse, poco sostanziose, deludenti, all’infuori del fatto che costui è un retore nato che con la cosiddetta parlantina abbia incantato quella piccola percentuale di giovani cagliaritani che gli hanno permesso di vincere.  Vedo nebbia!  Ad ogni buon conto fra poco godrà di una conspicua indennità mensile e forse potrà accasarsi, se ha una fidanzata! La stessa carriera di illustri sindaci di Cagliari, qui tocchiamo il fondo del fondo. Non sarà di certo un Cocco Ortu né senior, né junior redivivo. (A. T.)

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