Un mondo che va in degrado totale: la fine della storia – di Ange de Clermont

Per queste considerazioni occorre partire dalla meteora del razionalismo e, diciamolo pure, dalla libertà individuale che si è fatta anarchia. Tutti credono di ragionare e in effetti non fanno che spostare i loro punti di riferimento a seconda della convenienza e degl’impulsi, talora nobili più spesso ignobili. La realtà effettuale va indifferente a tutte le astruserie umane né più nemmeno come va il sistema solare a cui poco importa che gli uomini si siano messi ad architettare giorni, mesi anni, meridiani e paralleli. Il sistema procede come fu stabilito da chi lo ha posto in essere e poco gl’importa che gli uomini si arrovellino costruendo come gnomi dal cervello limitato tutte le teorie che hanno breve durata. L’universo si beffa di loro, quasi fossero cani che abbaiano alla luna. Come vano è l’abbaiare dei cani, vano è il pensiero dell’uomo che cerca la scienza o per meglio esprimerci la conoscenza. Che cosa può uscire da un pensiero obnubilato dalle più torbide passioni di onnipotenza. Certo la scienza scopre, scopre ad esempio la penicellina per curare tanti mali, ma i mali si moltiplicano ogni giorno e mentre l’uomo trova rimedi per campare qualche anno in più, contemporaneamente i mali nuovi si moltiplicano e l’uomo rassomiglia a chi si è marrito nel deserto che ogni tanto vede oasi per ristorarsi, quando si avvicina scopre che si tratta di un miraggio. E la vana corsa continua fino a che, esaurite le forze, la sabbia del deserto non copre impietosamente uno scheletro bruciato. Vana è questa folle corse dell’uomo.

Prendi l’uomo di oggi, autentico attore da circo, tra luci variopinte e scintillanti, crea, si fa per dire, vende, si fa per dire, offre si fa per dire, spettacoli nuovi, immense realtà virtuali dietro cui c’è solo il nulla. Che c’è di vero nelle imprese degli uomini? Forse la realtà mediatica costruita artificiosamente e imbandita come polvere e vento ogni giorno! La ragione si è sfatta come il corpo della ballerina di Notre Dame, la libertà si è decomposta nella stupidità delle scelte o non scelte di quest’uomo, svincolatosi da chi lo ha creato e diventato zimbello di se stesso, fragile e caduco come lo stelo di un fiore.

Alle soglie del mio terzo giubileo di vita altro non vedo se non un disfacimento di quest’uomo che crede (forse ha creduto) d’essere il re dell’universo, ma che di fatto mi appare una scoria sfuggita al suo nucleo originario. Globalizzazione, per non dire tentativo vano di ricostruzione della torre di Babele: competizione per non dire ritorno alla caverna, avanzamento tecnologico, per non dire nuovo inutile miraggio. I nuovi paesi ricchi, i nuovi paesi poveri, le alleanze, la rottura delle stesse, gli scambi, le monete forti e deboli ad un tempo, non c’è più nulla di stabile, tutto è in degrado. Uomini, travestiti da pinguini recitano ogni giorno sui vari palchi del mondo la loro parte passeggera e fugace di una tragedia che condurrà solo allo sfacelo, alla fine.

Nel primo giubileo, fatto di cinque lustri, ho visto gente morire e nascere, grandi tragedie e sfavillanti riprese e la morte definitiva di un mondo contadino.

Nel corso del secondo giubileo, fatto di cinque lustri, ho vist0 fiorire l’amore, la vita e la speranza conclusasi con il libertinaggio e la licenza universale, e fu la morte di un mondo borghese, massacrato dai nuovi fuchi che si credevano dei, poi, in breve volgere di tempo, anche quelli sono morti ed è rimasto lo sfacelo di un mondo decadente dove sono scomparsi i generi: il maschio e la femmina sono liquefatti, si va verso il fuoco e lo zolfo di quella bolgia di fuoco che inghiottì Sodoma e Gomorra. Gli dei del primo novecento sono andati in esilio, e quelli del secondo novecento si sono suicidati.

Ora, a conclusione del terzo giubileo, sento solo odore di morte che giunge dall’Africa, odore di sangue che giunge dall’Asia, puzza di sterco che giunge dall’intero putrefatto occidente. Con le braccia aperte attenderò colei che mi libererà da questi scenari soffocanti. Cadono gl’imperi, cadono le dittature, cadono i circhi equestri d’imbelli governi che governano popoli imbelli, che hanno perso qualsiasi riferimento alle eterne origini. O l’uomo la riscopre oppure, posto che sia e resti uomo, è destinato all’immensa universale discarica che man mano sta diventando la terra. Non attenderò per molto e, già chiuso all’umana tragedia, mi sforzo ogni giorno di librarmi verso Colui che ben altre doti diede agli angeli e agli uomini che vollero sentirsi dei da discarica.

Commenti

  1. L’uomo, che nella notte dei tempi puntava con meraviglia e paura il suo dito verso la Luna, un giorno lasciò l’impronta del suo piede sull’ormai familiare satellite della Terra.
    Il progresso non è vano, se ha come fine la sconfitta dell’ignoranza e delle superstizioni, e la costruzione di un Mondo più giusto per tutti noi.

    Francesco Obinu
    Gennaio 14th, 2011
  2. Il progresso nel secolo XX ci ha regalato due orrende guerre mondiali, l’olocausto, le bombe nucleari che stanno lì ad attendere, speriamo invano.
    Il progresso ci sta regalando una popolazione sterminata e sconosciuta di nuovi schiavi (cinesi o indiani, ma anche bianchi e colorati) c’è solo la difficoltà della scelta.Il progresso ci ha regalato un’anarchia dell’intelletto e della politica su cui si leva con sforzi spesso comici una massa di gente perduta nel nulla. A ben vedere non mi pare che ci si sforzi alla costruzione di un mondo più giusto per tutti: vedi la prassi del marxismo-leninismo e adesso i bei regali per tutti di un capitalismo putrefatto. Generazioni di giovani attendono delle opportunità, speriamo che siano queste le speranze di un mondo più giusto da te auspicato. Per me che mi avvio al tramonto non vedo speranze su questo mondo governato dal dio progresso, ma solo esilaranti beffe e degrado. Per mia fortuna mi assiste la Fede che mi fa ben sperare più nell’altro mondo che non in questo dove si agitano parvenze e ombre.

    scriptor
    Gennaio 15th, 2011
  3. Non bisogna mai abbattersi nella vita, ma dimostrare a tutti la sicurezza di essere forti, perché la debolezza è nostra traditrice. L’uomo saggio si vede dal mattino, mentre il disperato si agira nella buia notte.
    I politici continueranno a farci sapere che stiamo molto meglio della media dell’Unione Europea. Ma il riferimento è al loro stipendio. Salirà ancora l’età pensionabile. Resterà solo da stabilire chi muore sulla scrivania avrà avrà il funerale in omaggio.
    Il saggio dice: “Se Noè avesse avuto il dono di leggere il futuro, sicuramente avrebbe affondato la sua barca.”
    Ciao stai bene e non deprimerti, tuo amico:
    Antonio Maria Murgia

    Antonio Maria Murgia
    Febbraio 1st, 2011
  4. Grazie, Antoni Mari’ sei sempre in gamba e poetico.
    Angelino

    scriptor
    Febbraio 1st, 2011
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