Premessa al profilo della storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche in Sardegna dal XVI al XX secolo di Angelino Tedde
I limiti degli studi universitari sovente si evidenziano nella mancanza di grandi progetti per cui sono stati istituiti a suo tempo i dipartimenti. In genere si è continuato a lavorare in solitario spesso senza consultazioni vicendevoli. A questi limiti però talvolta hanno posto riparo le riviste. Ne cito due per dare solo un’idea: Annali di storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche di Luciano Pazzaglia e Annali di storia delle Università in Italia di Gian Paolo Brizzi. L’elenco potrebbe proseguire. Da alcuni anni però, sulla storia della scuola in Italia, Angelo Bianchi, della Cattolica di Milano, ha portato avanti a livello nazionale un progetto sulla storia della scuola in Italia dal 1750 al 1850, costituendo un’ équipe nazionale, con coordinatori in tutte le regioni e con lo sforzo di ricerca di numerosi studiosi. In questo contesto nazionale figura anche la Sardegna, spesso ignorata nei passati convegni nazionali. Per quanto mi riguarda negli anni in cui mi fu affidato l’incarico di storia della scuola e delle istituzioni educative in Sardegna presso l’Uniss ho messo su una formidabile macchina di ricerca grazie alle cinquemila studentesse che dovettero sostenere con me uno o due esami di storia della scuola e delle istituzioni educative.
I momenti più interessanti del progetto di ricerca che ha impegnato le studentesse è stato articolato in vari punti: 1. Gli strumenti della ricerca. 2. Le istituzioni educative. 3. Le scuole normali del regno di Sardegna (1823-1848). 4. Le scuole elementari dal 1859 al 1911. 5. Nuoro e provincia. 6. Le fonti orali. 7. Licei classici e scientifici. Per ogni punto indicato sono seguite numerose tesi di laurea che hanno costituito e costituiscono la base per ogni ulteriore ricerca sulla storia della scuola in Sardegna come vedremo man mano che procederemo ad illustrare il lavoro. La riforma della scuola per opera di Berlinguer e la debolezza delle presenze sulla disciplina presso l’Uniss con il mio pensionamento non hanno interrotto però il filone delle ricerche, portate avanti attraverso le tesi di laurea dal prof.. Fabio Pruneri, proveniente dalla scuola di Pazzaglia della Cattolica di Milano, che con molta disponibilità ha continuato il mio lavoro di cui ha dato conto in vari convegni e con il prossimo volume sulla scuola in Sardegna dal 172o al 1848. Grazie anche ad una discreta équipe di giovani ricercatrici è andata avanti la raccolta di numerosissimi documenti per cui oggi il lavoro da me iniziato nell’anno accademico 1992-93 dà i suoi frutti. Le circa 200 tesi da me promosse e seguite stanno lì però a documentare l’impegno profuso per la prima volta sulla storia dell’istruzione in Sardegna. I modesti finanziamenti non mi hanno permesso che la promozione di vari convegni e la pubblicazione degli atti. Questo mio impegni di ricerca lo devo in primis a Gian Paolo Brizzi che cedendo l’insegnamento di storia della scuola mi ha messo in condizioni di occuparmene in prima persona, a Luciano Caimi che svolgendo il correlatore di molte tesi, nel quadriennio sassarese, mi ha incoraggiato nel mio lavoro di ricerca, infine a Raimondo Turtas che mi ha indicato il miglior sistema per valorizzare l’immenso lavoro svolto dalle 5.000 studentesse nel corso del decennio in cui ho indirizzato i miei interessi sulla storia della scuola. Sono soddisfatto, infine, per il lavoro del giovane Fabio Pruneri che con sensibilità e intelligenza ha saputo apprezzare la ricerca sulla Sardegna, cimentandosi dopo vari convegni e numerose tesi di laurea dotate di appendici documentarie, e con il libro, che una volta ultimato, verrà pubblicato dalla casa editrice Il Mulino di Bologna. Sono anche lieto che sia Filippo Sani che Fabio Pruneri abbiamo promosso il nascente impegno per la storia della scuola di Francesco Obinu, già fruitore di una borsa di studio predisposta da Brizzi e da me sulla storia dell’università sassarese, oggi cultore della materia presso l’Uniss e autore del libro sui laureati sassaresi dal 1767 ai nostri giorni. Credo che anche Francesco Obinu, se la fortuna e la Provvidenza lo assistono, potrà portare avanti la testimonianza del mio impegno sul versante della storia dell’istruzione dei sardi.
Quanto detto sopra non m’impedisce di cimentarmi su un agevole profilo della storia dell’educazione e istruzione in Sardegna in quanto ritengo che ciò che è stato frutto del mio progetto euristico resti sia pure in digitale come testimonianza di quanto sono riuscito a conoscere sulla storia dell’educazione dei sardi sia attraverso la letteratura sia attraverso migliaia di documenti consultati e trascritti nelle appendici documentarie delle circa 200 tesi di laurea che ho seguito con impegno e senza risparmio di energie che per tanti versi mi hanno sottratto il tempo a pubblicazioni più impegnative di quelle che ho fatto con altri colleghi o da solo.
Nel tracciare questo profilo non voglio scomodare Adamo ed Eva oppure gli studiosi delle popolazioni delle domus de Janas o dei popoli nuragici, né tanto meno i romanisti, o gli studiosi dell’alto e del basso medioevo sardo, mi limiterò soltanto a partire dal XVI secolo grazie ai contributi offerti da vari studiosi, ma in primis da Raimondo Turtas e da Salvatore Loi.