All’ammasso delle incertezze di Ange de Clermont
L’atmosfera delle incertezze che si respira nelle istituzioni europee si ripercuote e al tempo stesso viene incrementata dalle incertezze delle nazioni aderenti: si veda Grecia e Spagna, ma anche l’Italia non fa eccezione.
La maggioranza governativa, a tratti, per mezzo di Berlusconi, mostra i muscoli, ma la stessa maggioranza col bocchino di Fini, mostra che la maggioranza è divisa e la divisione porta alle incertezze. Succede che i cittadini meno coinvolti nelle varie fazioni politiche subiscano i trasfert di queste incertezze che vanno ad aggiungersi alle incertezze dell’economia, del clima, dei malanni, dell’ambiente e delle altre istituzioni come la stessa Chiesa negli ultimi tempi.
L’opposizione italiana con l’abbandono del tono pacioso di Bersani, per assumere un tono irrisorio quando non canzonatorio, crea incertezze: la maggioranza è falsa, dice il falso ed è pasticciona. Che dire dell’onorevole Buddoleghiavi Senzacongiuntivi, che parla con grinta mussoliniana del Vimandoingalera.
Più tranquillo appare Casini che barcamenandosi tra i si, gli astengo e i no, produce ugualmente incertezze. A questo punto che deve fare un cittadino che pure ha le sue private grane? Dipende dall’ubicazione della sua esistenza: se vive a Roma si affoga con la pasta all’amatriciana, se vive a Bologna si strozza coi prosciutti, se vive in Veneto s’abbuffa di polente, se vive nelle regioni della migragna si consola con la pizza e col pepe, se campa in Sicilia s’affoga di pesce, se poi vive in Sardegna va in coma col porcetto e con l’agnello e vino a 18 gradi. Tutto si fa per sfuggire a quest’ammasso di incertezze che i signori del vapore, unanimi nel mangia mangia dai soldi dello Stato, creano, alimentano senza pensare un solo istante al bene comune, senza misurare le parole, senza riflettere, ma per il solo scopo di raggiungere o mantenere il comando di quella massa di denaro che gl’italiani producono per l’esistenza di un Stato e di un’Europa moribondi senza manco i sacramenti: le radici cristiane se le sono divorate i topi di campagna.