Cento anni del settimanale cattolico Libertà
Nel salone dell’Auditorium del Seminarietto, in Sassari, alla presenza dell’Arcivescovo mons. Paolo Atzei, del Rettore Magnifico dell’Università degli Studi di Sassari, Prof. Attilio Mastino, del famoso ottuagenario Prof. Manlio Brigaglia, della Prof. ssa Assunta Trova, di una piccola rappresentanza di Pie Sorelle Educatrici e di Suore del Getsemani e di un piccolo gruppo di signore e signorine, in tutto non più di 25 persone , oratori compresi, il direttore di Libertà don Michele Murgia ha dato inizio alle celebrazioni. I tre relatori Giuseppe Zichi, Angelino Tedde hanno rievocato le figure che nel 1910 diedero vita al settimanale in un clima di grossi scontri politici tra clericali, (così venivano chiamati i cattolici), e progressisti che in città controllavano tutte le istituzioni: Comune, Provincia, industrie piccole e medie, e la stampa per mezzo del quotidiano “La Nuova Sardegna”. Perfino il collegio ed educandato dell’Orfanotrofio delle Figlie di Maria.
Il carismatico vincenziano padre Giovanni Battista Manzella con il docente universitario cattolico Giovanni Zirolia, con l’eminente storico della Chiesa mons. Damiano Filia, con l’anziano cattolico Salvatore Rugiu, fondatore dell’Ospizio di San Vincenzo e di altri giovani cattolici, diedero vita al settimanale La Libertà poi Libertà. La rievocazione del giovane Zichi, che ha illustrato tutte le tappe del giornale, i suo contenuti e i poveri mezzi di cui disponeva è stata vivace ed esauriente. Interessanti i riferimenti ai vari sequestri del settimanale operati dal fascismo e alla svolta afascistica del settimanale dopo i Patti Lateranensi. L’anziano Tedde ha offerto un breve profilo dei cattolici sardi tra Otto e Novecento, mentre il rappresentante dell’Agenzia dei settimanli cattolici ha illustrato le finalità della stessa. A conclusione del convegno si è brindato con ottimo spumante nei locali restaurati del settimanale, rinnovando l’augurio per altri cento anni.
Per molti cattolici operanti nei movimenti laicali, a mio avviso, è stata un’occasione perduta per la conoscenza di una parte della propria identità storica. La mancanza di presenza è sicuramente da addebitarsi alla giornata, sabato mattina 22 maggio, giorno sconsigliato per i convegni e per avvenimenti culturali di rilievo tanto a Sassari quanto in altre città.
(A. T.)