Strumenti per la storia delle istituzioni scolastiche ed educative (XVI-XX sec.) di Angelino Tedde
Il testo, con le note, è stato pubblicato in Studi in onore di Ercole Contu, Editrice Democratica Sarda, Sassari 2003, pp.713
Le fonti che testimoniano la nascita, lo sviluppo e il decadimento delle istituzioni scolastiche ed educative in Sardegna dal XVI al XX secolo e che permettono di tracciarne la storia possiamo dividerle in fonti edite e in fonti inedite.
Le prime sono rintracciabili nelle piccole o grandi raccolte bibliografiche, nelle opere generali come in quelle monografiche, nelle riviste, particolarmente in quelle specializzate, nei periodici e negli stessi titoli dei quotidiani; le seconde negli archivi delle istituzioni scolastiche ed educative , ma anche negli archivi di altre istituzioni pubbliche o private anche se non strettamente scolastiche ed educative .
L’approccio agli strumenti bibliografici e archivistici generali non è sempre agevole per chi intende affrontare lo studio di un settore disciplinare nuovo, se non nuovissimo, della storia delle istituzioni scolastiche ed educative.
Non c’è dubbio che lo sviluppo di queste istituzioni nell’isola ebbe inizio con l’apertura delle scuole del primo collegio della Compagnia di Gesù a Sassari nel settembre del 1562, a Cagliari nel novembre 1564, a Iglesias nel 1581, ad Alghero nel 1588 . Con l’istituzione e il sia pure sofferto avvio delle scuole di questi quattro collegi:
” è (…) del tutto corretto indicare una novità che si verificava per la prima volta nelle città sarde: l’apparizione di una nuova fascia sociale, quella studentesca, fino ad allora sconosciuta in quelle dimensioni nella composizione della popolazione urbana isolana” .
Gli stessi gesuiti successivamente fondarono le scuole dei collegi di Bosa nel 1634, di Oliena nel 1646, di Ozieri nel 1701 .
Nel 1773 la Compagnia fu soppressa e le loro strutture scolastiche ed educative passarono in parte agli Scolopi e in parte sotto la direzione dello Stato.
Nel 1640 arrivarono anche gli Scolopi che istituirono a Cagliari i loro primo collegio e cinque anni più tardi la loro casa di noviziato, ad Isili aprirono il collegio nel 1661, a Tempio nel 1673, a Oristano nel 1681, a Sassari nel 1682 .
E’ risaputo che la peste del 1652-57 decimando la popolazione dell’isola mise in crisi anche le scuole gesuitiche e scolopiche dato il gran numero di morti, molti dei quali maestri, nei due ordini religiosi . Anche se con enormi difficoltà i vari collegi puntarono a riprendere sia pure con enormi difficoltà la loro attività didattica. Bisognerà attendere la grande riforma di Bogino nella metà del Settecento perché si verificasse un certo “rifiorimento” degli studi.
Carlo Felice istituì nel 1823 in tutti i villaggi dell’isola le scuole <elementari> normali , seguì nel 1848 la Legge Boncompagni; gli Scolopi nel 1852 iniziarono la loro attività nel collegio di Santulussurgiu. Fu promulgata, per il primo nucleo delle regioni del futuro Regno d’Italia, Sardegna compresa, nel 1859 la Legge Casati, vera e propria Magna Charta della scuola italiana che affidò ai comuni l’istituzione e la direzione della scuola elementare. Nei capoluoghi di circondario furono istituiti i ginnasi, nei capoluoghi di provincia i licei in parte a carico dello Stato e in parte a carico dei circondari e delle province.
Alcuni anni dopo la Casati, nel luglio del 1866, furono soppressi anche gli ordini religiosi educativi per cui anche gli Scolopi dovettero abbandonare i collegi. Bisognerà attendere gli ultimi anni dell’Ottocento per assistere all’arrivo dei Salesiani , a Lanusei nel 1898, a Cagliari nel 1912, e gli stessi Scolopi ad Oristano dal 1903 al 1908, a Santulussurgiu dal 1908 al 1920 .
Con l’avvento del fascismo prese l’avvio la riforma Gentile nel 1923, seguì la Carta Bottai nel 1939 e, infine, tutta la normativa del secondo dopoguerra fino all’istituzione della scuola media unica nel 1962, il libero accesso a tutte le facoltà universitarie per i maturati di qualsiasi scuola secondaria nel 1969, data nella quale ci pare corretto fissare il termine ad quem.
In campo educativo, nella seconda metà dell’Ottocento, cominciò anche in Sardegna, sull’esempio dell’Aporti, anche l’attività degli asili infantili da parte delle congregazioni religiose femminili non claustrali di origine estera, peninsulare e sarda per svilupparsi ed estendersi già in quel secolo, ma soprattutto nel Novecento.
Promotrice dell’educazione e dell’istruzione di ogni ordine e grado di studi in Sardegna, in epoca moderna e per certi tratti e percorsi educativi in quella contemporanea, fu soprattutto la Chiesa coi suoi ordini religiosi maschili e femminili , finché lo Stato non andò gradualmente avocando a sé sia le istituzioni scolastiche sia quelle educative, pur lasciando convivere accanto alle istituzioni pubbliche quelle private.
Questo lungo e variegato cammino delle istituzioni educative e scolastiche in Sardegna, specie dopo la diffusione del libro, è stato oggetto di studio da parte di storici, operatori scolastici, intellettuali, pubblicisti e giornalisti, a seconda dei vari periodi in modo più o meno approfondito. Non tutti i vari momenti dei percorsi educativi e scolastici sono stati adeguatamente indagati. D’altra parte occorre richiamare l’attenzione al fatto che in epoca spagnola si usò in Sardegna nelle scuole dei collegi per l’insegnamento il castigliano quasi fino alle soglie dell’Ottocento e solo più tardi gradualmente l’italiano per cui si è ben lontani nonostante le raccolte bibliografiche sarde dall’esaurire la conoscenza di quanto su queste istituzioni è stato scritto.
Ad ogni modo chi intende trattare un settore non recentissimo di storia della Sardegna non può fare a meno di consultare la Bibliografia sarda del Ciasca che comprende titoli pubblicati dal 1751 al 1934, il Nuovo bollettino bibliografico di G. Della Maria dal 1955 al 1976, il Bollettino bibliografico della Sardegna a di T. Orrù dal 1984 ad oggi.
Queste raccolte come è facile notare hanno delle lacune temporali, esattamente ventun anni dal ’34 al 55, otto anni dal ’76 all’85: si tratta di circa trent’anni sui quali occorre ancora effettuare una raccolta sistematica di titoli che pure sono apparsi sulla Sardegna sulla quale si suppone siano stati pubblicati oltre 50 mila titoli .
Occorre ricordare che dal 1984 ad oggi non tutti i titoli sulla Sardegna sono apparsi nel ” Bollettino ” ancora in pubblicazione. Colmano in parte queste lacune le numerose riviste specializzate e le ultime opere sulla Storia della Sardegna che vengono man mano pubblicate .
E’ evidente però che per chi si avvicina allo studio della storia delle istituzioni scolastiche ed educative in Sardegna, settore disciplinare scarsamente studiato, (se si eccettua la storia delle due Università), la consultazione delle raccolte bibliografiche non è tanto agevole e funzionale: da ciò la necessità di predisporre uno strumento fondamentale qual è un repertorio bibliografico, che, grazie al progetto finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, potrà far si che ciascuna scheda bibliografica possa essere corredata da un abstract .
In attesa della predisposizione dei repertori succitati non si possono ignorare G. Loria, Repertorio bibliografico di storia della scuola e delle istituzioni educative in Sardegna (1751-1994), studium adp, Sassari1998, pubblicato in dispensa e oggetto della sua tesi di laurea relatori A. Tedde P. Bellu, e M. G. Monni, Repertorio degli articoli sulle istituzioni scolastiche nei quotidiani “l’Unione Sarda” e “La Nuova Sardegna” dalla loro fondazione al 1922 , Tesi di laurea, Università degli Studi di Sassari, Facoltà di Magistero, Corso di laurea in Pedagogia, a. a.. 1997-98, relatori i proff. ri A. Tedde, M. Brigaglia.
Il Repertorio di G. Loria contiene 972 schede bibliografiche i cui titoli possono suddividersi in monografie vere e proprie, per quanto generalmente esigue, e in articoli da riviste, le prime sono circa 450, e gli articoli altrettanti.
I capitoli contenuti in monografie generali sulla storia della Sardegna che trattano della pubblica istruzione nonché un ridotto numero di testi scolastici che trattano tematiche sarde non superano il numero di 70.
La compilatrice ha tenuto conto delle citate raccolte bibliografiche sulla Sardegna, escludendo di proposito quelle concernenti le due Università; ha escluso in genere gli articoli delle riviste pedagogiche, limitandosi a citarle come tali.
Sulle monografie si può osservare che sono in gran parte di corto respiro e si tratta in genere di brevi relazioni sulle scuole della Sardegna, di discorsi di inaugurazione o di conclusione di anni scolastici, di annuari e di calendari salvo alcuni lavori che affrontano dei veri e propri excursus storici sulle istituzioni scolastiche ed educative.
Gli articoli sono tratti da 123 tra le più autorevoli riviste apparse in Sardegna, spesso di contenuto multidisciplinare, edite nell’isola nell’Otto e nel Novecento. I più numerosi sono tratti da “La Sardegna scolastica” 61 articoli, “Sardegna” 32 articoli, “Mediterranea” 17, “Lo Statuto” 15.
Insieme al citato repertorio mi pare utile e corretto riferire quanto è emerso dal Repertorio degli articoli sulle istituzioni scolastiche nei quotidiani “L’Unione Sarda” e “la Nuova Sardegna” dalla loro fondazione al 1922.
Gli articoli dei quotidiani pur non costituendo vere e proprie ricerche sulle tematiche storico-educative offrono tuttavia dati, notizie, presentano problemi e dibattiti che pure sono utili al ricercatore che deve vagliare tutte quelle fonti che supportano la ricerca.
Questo Repertorio comprende scritti che vanno dal 1891 al 1922, abbracciando quindi oltre un trentennio di vita sarda. Gli articoli schedati sono 2873. Essi trattano dell’educazione prescolare, dell’istruzione primaria e secondaria, di quella professionale e, infine, di quella universitaria.
Il periodo al quale si riferisce il repertorio degli articoli dei due quotidiani registra avvenimenti nodali per la storia delle istituzioni scolastiche ed educative in Italia e conseguentemente anche in Sardegna: si tratta del periodo giolittiano e di quello immediatamente successivo alla prima guerra mondiale.
Su 2873 articoli quelli riguardanti propriamente tematiche sarde sono 401; all’interno di esse quelle più ricorrenti riguardano l’istruzione scolastica, pubblica e privata in generale, il personale scolastico, il patronato e l’assistenza scolastica, la scuola elementare, i ginnasi-licei, le scuole normali, e quelle tecniche e professionali e le due Università di Cagliari e di Sassari.
La tematica sulle due università sarde, dibattuta su circa 100 articoli su 401, è quella più trattata a causa del cammino tortuoso che esse dovettero percorrerete per il pareggiamento con le altre università “maggiori” in quanto nella stessa Legge Casati agli articoli 177 e 178, si stabiliva la soppressione dell’ università di Sassari, mentre quella di Cagliari veniva collocata tra le università di rango inferiore.
I due quotidiani sardi registrano passo passo il dibattito parlamentare e a livello governativo fino alla parificazione delle due università sarde. Altra tematica di rilievo è quella sui ginnasi licei, sulla scuola pubblica e privata pareggiata: 48 articoli sui 401; le altre tematiche vengono trattate episodicamente per cui vi è da dedurre che non fossero di grande interesse per i lettori sardi, che, invece, furono indotti a seguire dato il maggior numero di articoli, 2456, il vasto dibattito sull’istruzione portato avanti a livello nazionale.
Questi due provvisorie raccolte bibliografiche costituiscono un primo passo per la predisposizione di quello strumento essenziale di ricerca che è un repertorio bibliografico sulla storia delle istituzioni scolastiche ed educative in Sardegna dal XVI al XX secolo.
Le considerazioni fatte per le fonti edite, possono farsi per le fonti inedite in gran parte giacenti negli archivi pubblici italiani e stranieri, negli archivi ecclesiastici e in quelli privati. Certamente qui non si dà per scontato che gli archivi abbiano conservato tutto, ben sapendo quale destino infausto molti di essi abbiano avuto e come anche archivi recenti come quelli riguardanti le scuole comunali abbiano dei vuoti probabilmente incolmabili.
E’ indubbio che anche muoversi tra questi archivi, spesso situati in località lontane dai centri sardi di studio, oltre che nell’isola, nella penisola e all’estero, è ugualmente disagevole per cui un repertorio o una guida agli archivi sulle istituzioni educative e scolastiche sarde sarebbe quanto mai utile ed agevole non solo per la consultazione, ma anche nell’ipotesi della costituzione di un apposito archivio di microfilm presso la cattedra del settore disciplinare. Anche per questo strumento, grazie al progetto finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, si potrà avere entro i prossimi due anni un repertorio apposito.
Nel frattempo si sta predisponendo un inventario sui documenti riguardanti sia la scuola normale di Carlo Felice (1823-1848) sia la scuola elementare della Legge Boncompagni (1849-1859) rintracciabili in parte nell’archivio di Stato di Cagliari e in parte in quello analogo di Torino.
Un inventario dei registri scolastici della scuola elementare comunale (1860-1911) dei centri della provincia di Sassari e di Nuoro; un catalogo degli alunni dei ginnasi e dei licei e dei seminari delle province di Sassari e di Nuoro.
Per quanto concerne le istituzioni educative sono stati predisposti rispettivamente un inventario degli asili infantili in Sardegna dal 1848 al 1868, e un inventario degli istituti per orfani di entrambi i sessi dal 1832 al 1970, con i riferimenti agli archivi dove è possibile rintracciare i documenti.
In sintonia con quanto si è fatto e si fà a livello nazionale per la creazione di essenziali strumenti di ricerca, (si pensi al catalogo delle riviste magistrali e delle case editrici scolastiche dell’Otto e del Novecento a cura di G. Chiosso presso l’Editrice la Scuola di Brescia), anche l’insegnamento di storia della scuola e delle istituzioni educative della Facoltà di Lettere e Filosofia di Sassari, per quanto riguarda l’area sarda, porta avanti un impegnativo lavoro di adeguamento alle esigenze didattiche e di ricerca.