Primu cuncursu literàriu tzitade de Thathari a cura di Domitilla Mannu
SEZIONE B – SCUOLE MEDIE SUPERIORI
CLASSIFICA POESIE E MOTIVAZIONI
PRIMA CLASSIFICATA EX-AEQUO: “PRO S’ABRUZZO” di Giommaria Selis – Sennori
Istituto Alberghiero – Sassari
Motivazione
Attraverso contrastanti immagini o similitudini tra la terra e la luna, il poeta esprime efficacemente l’immane tragedia del terremoto d‘Abruzzo sotto il profilo naturalistico-geologico. Ma è bastato il riferimento allo “scialle di lutto”, in chiusura, a sintetizzare il disastro anche dal lato umano e sociale, La sensibilità giovanile verso gli eventi del mondo circostante, è vieppiù avvalorata da una musicalità del verseggiare, da una buona forma espressiva e ortografica, condensate in pochi versi di sostanza e ad effetto.
Pro s’ Abruzzo
Sa luna fit piena
fit groga che arantzu
sa luna fit raida
comente sa bentre de sa terra,
sa boza fit rneda
cheriat iscioppare,
s’est tremida tando
comente timende
sa terra de Abruzzo.
Sa luna fit piena
fit giara e lughente
sa terra niedda
che isciallu de luttu.
PRIMA CLASSIFICATA EX-AEQUO: “INCUE SUBRA…IN ALTU” di Erica Frau
Liceo Classico “Duca Degli Abruzzi” – Ozieri
Motivazione
E’ una poesia che lascia col fiato sospeso. A giudicare dalle aggettivazioni appropriate e significative, il soggetto è da intendere al plurale. Agli occhi della poetessa raggiungendo la perfezione, esso rimane tuttavia indefinito, lasciando al lettore ampi margini di immaginazione e intuizione. Una sorta di misteriosa rappresentazione costituisce il pregio principale del componimento, dove aleggia una soave atmosfera di incantesimo, d’estatica contemplazione. Bellissime figurazioni (s’aunint che figuras in amore, vagabundas,…lizeras,…biancaanidas ecc.) si coniugano perfettamente con l’armonia del verso, alternativamente breve.
INCUE SUBRA … IN ALTU
Altas,
a lentu a lentu,
si movent subra ‘e a mie
e s’aunint
che figuras in amore.
Vagabundas
su ‘entu las gighet
chena logu inue passare
lezeras … biancanidas
E m’incanto abbaidende …
A primore.
Lassù in alto
Alte,
lente,
si muovono su di me
e si uniscono
come due corpi in amore.
Come vagabondi
vanno a zonzo
senza una meta
spinte dal vento.
Così, soffici e bianche …
Incantatami
fermo a guardarle …
La perfezione.
SECONDA CLASSIFICATA: “DURORI D’AMORI” di Antonella Raggiu
Istituto Alberghiero – Sassari
Motivazione
Tipiche dell’età giovanile sono le pene d’amore che traggono origine da cause ed eventi i più vari. In questa breve ma intensa poesia, il dolore nasce dal distacco, dalle lunghe attese, dalla felicità non condivisa, anzi antitetica, e soprattutto dall’aver riposto fiducia in chi ha spezzato i sogni sul nascere. Siamo in presenza di un’interpretazione patetica del dolore profondamente vissuto e interiorizzato in modo struggente. Visione poetica abbastanza realistica e comunemente intesa.
Durori d’amori
Lu dolori è
a vivi senza di te,
lu dolori è
aisitati dugna dì,
dulori è puru
videtti filizi
candu in lu cori meiu
v’è lu buggiu.
Mi dà dulori avè criduddu
in te
chi hai tradiddu
tutti li sogni mei.
TERZA CLASSIFICATA: “ A GIAJEU MEU “ di Francesca Peironi
Istituto Alberghiero – Sassari
Motivazione
L’amore per il nonno volato in cielo, in questi versi raggiunge un’intensità celestiale. Superato il dolore per distacco terreno, ecco giungere liete feste fatte di luce, di stelle, di angeli fra i quali viene collocato l’amato e indimenticato nonno che la poetessa sente a lei sempre vicino. Delicato componimento, venato da affettuoso lirismo (abbaido sa luna cuntenta; su chelu at agatadu un’istella) ottenuto mediante la trasposizione del proprio sentimento nel cielo e nella luna. Operazione non comune in giovani di questa età.
A giaju meu
M’as atzesu sa die
e como sa notte est arrivida,
in custa notte istellada
in custa notte de anghelos
in festa
abbaido sa luna cuntenta.
Su chelu at agatadu
un’istella.
Sa luna accherada
bettat undas de lugore
e tue chi ses
un’anghelu
ses afaca a mie.
MENZIONE D’ONORE A: “ DIE E NOTTE “ di Luigi Murgia – 1^ A
Liceo classico – Ozieri
Motivazione
La fissazione per la persona amata in modo platonico non distoglie il poeta-sognatore dalle consuete occupazioni (gioco, studio, musica), ma lo porta a perdere la propria identità. In buona evidenza il contrasto tra il giorno, dove nella sofferenza si sostanzia la speranza dell’amore umano, e la notte che favorisce la contemplazione celestiale che conduce all’amore soprannaturale (nessi incue calecunu mi podet amare). Un bel quadretto degno di nota e di apprezzamento.
Die e notte
‘Onzi die piango e ispero
chi mi potas nessi abbaidare.
‘Onzi notte abbaido su chelu:
nessi in cue calicunu mi podet amare …
‘Onzi die giogo, istudio e sono
e poi penso a tie
e m’ismentigo chie so.
‘Onzi notte
prego ch’istes bene
bella e dulche,
perfetta pro me.
Semper t’abbaido
E in su diariu iscrio de te.
Donzi notte l’isfoglio
e penso a tie.
MENZIONE D’ONORE A: “ CHE UMBRAS “ di Monica Marrosu
Istituto Alberghiero – Sassari
Motivazione
Il tema dell’innamoramento è ricorrente in molti componimenti dei giovani delle scuole superiori. In questi versi troviamo un’incipiente esperienza d’amore che, forse, lascia la bocca amara e la mente dubbiosa. Pur se non bastano il freddo e la pioggerellina della sera, il sibilo del vento, le ombre della notte, a creare la giusta atmosfera per una relazione amorosa soddisfacente, questi sono tutti elementi validi ad elevare un tantino il livello lirico della poesia.
Che umbras
No isco si m’as amadu de abberu
fit a sera
e faghiat fritu
in su mudimine s’intendiat ebbia
sa muida de su bentu,
fimus solos
che umbras de sa note,
m’abbaidaias
cun su birde de sos ojos tuos
e m’as basadu,
eppuru no isco ancora
si m’as deaberu amada.
MENZIONE D’ONORE A: “ MI MANCAT “ di Maria Maddalena Cherchi
Istituto Alberghiero – Sassari
Motivazione
Anche qui le pene amorose sono vissute in modo struggente. Significativa al riguardo la ripetizione del verbo che dà il titolo alla poesia, quasi a voler sottolineare con insistenza l’amore incompreso e non corrisposto. Duro e forte il riferimento all’ “odio” verso l’amato e verso sé stessa. Fortissimi sentimenti contrastanti di “amore e odio”, coi quali ciascun giovane dovrà fare i conti per non lasciarsi travolgere dagli eventi. Necessitano esercizi di autocontrollo per non andare incontro alle tenebre della notte esistenziale, dalle quali si lascia circondare la poetessa. Brutto rischio. Speriamo che si fermi alle soglie della poesia, lontano dalla vita.
Mi mancat
Mi mancas,
est pius forte de a mie.
Mi mancat sa boghe tua,
su risitu tou, mi mancat.
Abbaido su cellulare
apena ischidada
cun s’ispera de unu sonu
de una imbasciada,
de carchi cosa chi mi mustret
chi m’as pensadu.
Odio a tie e puru sa conca mia
chi ti pensat
chi no la finit mai de ti pensare.
B’at unu abbolotu intro de me
de ammentos
de momentos
umpare,
poi tot’in d’una
m’inghiriat
su mudimine e s’ iscurigore de sa note.
MENZIONE D’ONORE A: “ LU FUNDACCIU “ di Luca Doro – 1^ – F
Istituto Alberghiero – Sassari
Motivazione
Il mondo dei fantasmi ha sempre fatto paura in tutti i tempi. Personalizzandoli, pur nella fobia, il poeta è stato capace di instaurare un dialogo con essi. E attraverso un’adeguata attività introspettiva, stabilisce che i fantasmi non sono altro che i pensieri concreti, ma incomprensibili. Mirabile sforzo di ricerca coronato da successo anche poeticamente, suscettibile tuttavia di ulteriori miglioramenti con la continua applicazione.
Lu fundacciu.
L’althra dì in lu buggiu pestu
aggiu vistu un fantasma
chi fazia a timi
di cantu era feu.
L’aggiu dittu ma ca sei?
e eddu ha ditu
“Lu fundacciu.”
E’ ippariddu un poggu
dabboi è turraddu
a fammi timi.
Ma abà soggu
chi li fundacci
so li pinsamenti
chi carche volta
si fazini vidè.