Il regalo di Natale di Fini a Berlusconi
Primo. Non bastava la richiesta, a quanto pare più presunta che verace, della non ancora separata consorte bolognese, checché ne abbiano scritto quotidiani e settimanali che pare ignorino la legge sulla separazione legale prima, (gestibile giudizialmente, con le mene, fino a dieci anni) e il divorzio, ugualmente gestibile giudizialmente per altri dieci anni, entrambi con due udienze l’anno. Solo entro quattro mesi la signora avrà diritto alla separazione personale e al modesto (tanto per dire) assegno per campare, non si sa mai che da Bologna non le portino i tortellini.
Secondo. Non era sufficiente la richiesta immediata da parte di quel poveraccio di De Benedetti, (che nel frattempo, a Dogliani, sta ingravidandosi la villa) di 750 milioni di euro.
Terzo. Non bastava il regalo dato generosamente dalla Consulta, sinistrorsa di timbratura, con la bocciatura del Lodo Alfano.
Quarto. (Quattro bara!) ci voleva prima di Natale, sempre con la bivoce di Scalfari-De Benedetti, a mezzo del megafono di Repubblica, anche il bel regalino di Fini a Berlusconi.
Gli ammonimenti di Napolitano ai queruli e boriosi piemme non bastano. Un buon lavoro sui condannati al 416 bis , una via di liberazione redentiva, qual è la collaborazione di giustizia, e si apre la fontanella delle luride tubature (leggi gola), dell’ assassino del parroco don Puglisi, finito con un colpo alla nuca, ed eccoti chiocchiolare dal rubinetto (leggi bocca) la verità sacrosanta su tutte le nefandezze mafiose: ieri di Andreotti, domani di Berlusconi, entrambi attori affezionati di mafia e politica.
Accanto al presepio mettiamo il pentito Spatuzza, l’immondo assassino, convertito alla parola, al verbo, alla verità e presto, con un processo a catena durante il quale scopriremo che l’uomo al quale abbiamo dato il consenso è autore delle trattative tra mafia e stato, il riciclatore del denaro sporco, anzi l’amministratore delegato di tutte le mafie, l’organizzatore dell’assassinio di Falcone.
Il profeta Trumballo, amante della poesia romantica e delle teorie astronomiche dei piemme, che gli hanno procurato qualche spicciolo, aveva visto chiaro! E non era creduto! Cassandraccia!!!
Ed io, detentore di un solo voto, il mio, l’ho pure sprecato per un uomo oggi in odore d’essere l’ad della mafia.
Miei cinque lettori amici, questo Natale non nascerà Gesù Bambino, ma Spatuzza. La bocca della verità, ben intonata dai grandi orecchi dei limpidi nostri piemme.
Arrivati a questo punto, per i 21 milioni e mezzo di fan di Berlusconi si apre solo il mare e una macina al collo.
Pensate, abbiamo mandato al potere il mafioso dei mafiosi: Silvio Berlusconi, il siur Brambilla milanese, che ha battuto in breccia la mafia campano-puglio-calabro-sicula.
Il sacrestano che porterà il regalo nelle nostre case, sapete chi è? L’ex missino bolognese, il convertito alla democrazia: Gianfranco Fini, la terza carica dello Stato itagliano, camerati!
Non c’è che da premiarlo, eleggendolo subito a Presidente del Consiglio!
Ora capisco perché il mio concittadino Francesco Cossiga aveva suggerito a Berlusconi di andare al voto!
De Benedetti, che va ingrassando la villona di Dogliani, che presto incasserà 750 milioni di euro per la sua esausta CIR, farà un gioioso e santo Natale.
Din din din/din din din/sono io il Natale!
A. T.