Festeggeremo ancora il Natale del Signore Gesù a 2009 anni dalla sua nascita!
Sono passati 2009 anni dalla nascita di Gesù, secondo alcuni, 2002, ma non stiamo a giudicare gli errori dei dotti del passato, che tutto sommato, scoprirono tante verità, se messi a confronto con i dotti del presente che un giorno si e un giorno no vorrebbero riscrivere tutto lo scibile dell’umana pochezza e svanitezza.
Rallegriamoci anche questo Natale, perché i giudici di Strasburgo, da laici re magi, non hanno sentenziato ancora d’imporre, all’areligiosa Europa, che, per non offendere la suscettibilità dei laici e di tutti gli aderenti ad altre religioni, il calcolo del tempo dalla fuga di Maometto da Medina oppure dall’inizio del Terrore della Rivoluzione francese, e perché no, dalla Rivoluzione d’ottobre o anche dalla stessa nascita di Maometto, di Robespierre, Hitler, Lenin o Stalin: preclari esempi tutti di uomini che hanno massacrato o continuano a massacrare i cristiani. Gli stoccafissi d’Europa, nella loro funerea supponenza, potrebbero decidere, prima o poi, cose amene come quello di togliere i crocifissi dai luoghi pubblici perché Dio è morto. Meglio il ritratto di qualche uomo illustre, magari di un giudice , di quelli con la faccia truce però, non bonario, da spaventare grandi e piccoli, magari che somigli ad uno spaventapasseri.
Noi, in attesa del Natale del Signore Gesù, ci accontentiamo di preparare il presepio, ascoltando le nenie natalizie, di cantare in parrocchia la novena e di acquistare l’agnello.
Il Santo giorno di Natale,dopo la partecipazione alla Santa Messa in parrocchia e lo scambio di auguri con i correligionari, torneremo a casa e, col caminetto acceso, imbandiremo un grande desco per i familiari più prossimi e meno prossimi, intoneremo prima del pranzo “Astro del ciel” e consumeremo in gioia intima e partecipata il pranzo che i nostri antenati pastori ci hanno tramandato. Per un giorno penseremo e ci augurireremo che tutto il mondo sia in pace e che a nessuno manchi il cibo con la gioia.
A tutti i collaboratori e ai cinque lettori dell’accademia sarda (e italiana) facciamo i più fervidi auguri e mandiamo un abbraccio di pace. Alla nostra bella Isola e ai suoi abitanti, alla Penisola e all’Europa, al Mondo intero, auguriamo che il nato Signore, l’unico vero re della Pace, doni copiose grazie per il corpo e per lo spirito, ma soprattutto porti a tutti la Pace, anche a quelli che non la vogliono e che amano vivere in guerra perenne.
Angelino Tedde