Tia Nigoletta di Silìcaru di Antonio Maria Murgia (in Italian and English)
Amare Chiaramonti: Tia Nigoletta di Silicaru
Eravamo nel periodo fascista (1941). Ricordo i miei giorni di bambino timido e silenzioso, ma attento ad ogni epispodio che si verificasse in casa, dalla più tenera età.
Abitavamo con tutta la famiglia (i miei genitori, io, primogenito ed un’altro fratellino) in campagna, in località Sas Baddes, a qualche centinaio di metri dal fiume Giunturas, affluente del Coghinas, ad un’ora di cammino da Chiaramonti (Sassari), in terreni presi in affitto da mio padre per allevare circa 200 pecore, una cavaIIa bianca, un asino, pochi maiali. Mio padre era coadiuvato dal servo pastore (teracu) Postolu della famiglia Serra- Spanu. Nell’altra sponda del fiume (est) abitava una donna che possedeva aIcune capre che davano del buon latte. La donna, che abitava dall’altra parte del fiume, con premura, al mattino, lo portava in una bianca bottiglia tutto per me, attraversandolo nei tratti di secca.
Mia madre, nei giorni in cui iI fiume era in piena per le piogge autunnali, con me in braccio, raggiungeva la sponda del fiume per avvistare Nicoletta che lanciava Ia bianca bottiglia piena del prezioso latte sui giunchi verso la nostra sponda: mia madre ringraziava e raccoglieva la bottiglia. Ricordo che diverse volte andammo presso la casa di Nicoletta, in località Silicaru, in una pinnetta piccola dove allevava diversi porcellini d’india, conigli, galline. Si trattava di una brava donna che, non avendo figli, mi adorava come se fossi suo figlio, provvedendo a nutrirmi col suo buon latte di capra, essendo quello di pecora di difficile digestione per la mia età.
Il Signore compensi la sua premura materna, per avermi nutrito con il latte delle sue ruminanti capre, che ancora rammento tutte saltellanti, arrampicate sulle piante di cui mangiavano i teneri polloni, risparmiando così il lavoro di potatura mentre i capretti saltellavano alla loro ricerca.
M’intenerisco al ricordo della vita dei giorni da bambino, orgoglioso di avere capre e caprette per nutrirmi.
We were in the fascist period (1941). I remember my days of child shy and quiet, but attentive to all that may occur in epispodio
home, from an early age.We lived with the family (my parents, I, eldest son and another brother) in the country, in places Baddes Sas, a few Giunturas hundred meters from the river, a tributary of Coghnas, one hour walk from Chiaramonti (Sassari), on land leased from my father to raise about 200 sheep, a white cavaIIa, a donkey, a few pigs. My father was helped by a shepherd (Teracue) of Postolu
Serra family-Spanu. In the other side of the river (east) lived a aIcune possessed woman who gave good milk goats. The woman, who
lived across the river, with care, in the morning, took him in a white bottle everything to me, in case of crossingdry. My mother, in the days when The River was in flood rains for Ie autumn, with me in her arms, reached the bank of the river Nicoletta Ia white spotted throwing bottles full of the precious rushes towards the milk on our side: my mother and thanked picked up the bottle. I remember several times we went at the Nicoletta’s house in the locality Silicaru, where in a small fin bred guinea several of India, rabbits, chickens. It was a good woman who, not having children, I loved her like I son, taking care to feed me good with his goat’s milk, being
the sheep’s difficult to digest for my age. The Lord rewards her motherly care for me fed with ruminant milk from his goats, all who still remember leaping, climbing on trees where they ate the tender shoots, saving so the job of pruning while the kids hopped to their
research. M’intenerisco to remember the tender days of my life for children, proud to have goats and goats to feed me.
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Dicembre 19th, 2013