La gran cassa mediatica ignora la morte non solo di Abele
Nel nostro pianeta, a ben considerare, si svolgono numerose guerre in cui i più deboli subiscono ingiustizie: guerre civili, fame, malattie, violenza sui minori e sulle donne. A tutto questo si aggiunga il furto delle materie prime (petrolio, gas, carbone, preziosi, foreste) ai popoli dell’Africa, dell’Asia, del Sudamerica, per citare i più numerosi. Di questi avvenimenti però nei mezzi d’informazione poco si parla.
Quando siamo a tavola di certo non parliamo delle banane portate via a vil prezzo dai popoli poveri, ne tanto meno parliamo di altri prodotti, per noi a buon prezzo, letteralmente rapinati alle popolazioni più infelici. Ovunque ci siano guerre, perché nasconderlo, ci sono armi che noi produciamo e che vendiamo alle fazioni in guerra. Del resto quelle industrie belliche significano per noi posti di lavoro per cui siamo tutti d’accordo che dobbiamo produrre per incrementare il sacro PIL, in che modo non importa sapere. Nessuno turbi la nostra tranquillità. Noi dobbiamo interessarci della ricreazione del nostro giovane anziano premier e delle coraggiose lolitone che sgusciano sul suo letto: preziose notizie dei quotidiani di marca intellettuale; dobbiamo interessarci delle chiappe delle sue ospiti in villa Certosa, colte con gran diletto dal clochard della gloria di cervello zappato. Che cosa volete che c’interessi dei mali del mondo?
Libera e bella, alito sano, corpo palestrato e depilato, abiti alla moda, sagre di ogni sorta, canti e balli e fuochi d’artificio. Cogli l’attimo fuggente, hinc et nunc, droga e sesso, corse di cavalli, corse di formula uno e di formula due. Il tempo passa, ma non se ne parli.
La morte la incontri per le strade, nei campi, nelle fabbriche, negli ospedali, nelle case: per favore non se ne parli. E così questa umanità effimera come l’onda che lambisce la spiaggia passa senza avvedersene. Per chi ha perso tempo, per chi non ha amato e soccorso il suo prossimo sarà stridore di denti per l’eternità.
Là non ci saranno ricreazioni e festini per chi si nasconde i mali del mondo, per chi passa la vita nell’effimero, in vanitatibus vanitatum.
Per molti però, forse per troppi, non c’è l’aldilà, perché la festa è tutta qui.
A. T.