XI Ballate bianche-gialle-noir di Ange de Clermont
I. Danzavano gli scheletri festosi/Uscivano da bare consumate/per lasciar posto alle nuove arrivate/Ballavano e scrocchiavan cosi forte/ da risvegliare lesta anche la morte/che cominciò a fare tal mattanza/che tosto le prese mal di panza/E gli uomini schernendosi a vicenda/dicevano:-Non ci riguarda la faccenda-/Ma la faccenda tutti riguardava/come ogni onda che su sabbia sbava/
II. Gatto nero, gatto nero /perché tagli il mio sentiero?/ Nero gatto, nero gatto/non guardare il mio ritratto!/Altrimenti finirai/nel tagliere dei beccai/dei beccai e dei becchini/corri via dai miei vicini/tu di morte sei foriero/corri via dal mio sentiero/Io ancor devo campare/ per gli amici rallegrare/Gatto nero, gatto nero/ non tagliare il mio sentiero/altrimenti con decenza/dritto vattene a Vicenza./
III. Fosca è la sera fosca sarà la notte/ma tu sorridi come una fringuella/io mi caccerò dentro una botte/ e tu mi farai da sentinella/La sera è fosca la notte sarà nera/Ascolta il pianto d’una capinera!/
IV. L’anima morta non giace nella bara/ma dentro il corpo sola ella si tace/un canto, una voce, la potrà animare/per riprendere vita e riamare/Oh tu che dormi dentro un corpo frollo/ per prender vita, solleva dritto il collo!/
V. Gialla come il frumento di luglio/che le brame di Creso vuol svegliare/E’ l’esile Bionda dai riccioli dorati/che nessun uomo cerca di guardare/Raggiunto il mare, rapida si tuffa/ come sirena del profondo mare/Fantasma d’una storia lacrimosa/anima irrequieta senza pace/Non la svegliare in fondo al mare giace/Un tocco di campana è la sua pace/
VI. Verdina era bianca come un giglio smunto/Pallida rosa in pallido maggio/nata solo per breve giovinezza/ Dal mondo volle solo una carezza/ e poi scomparve, mormorante brezza/ Come un giglio bianca era Verdina/scomparve solitaria una mattina/
VII. Rossa come il tramonto era Letizia/Capelli neri a more di maggio/Occhi cerulei come il cielo terso/il suo vestito come prunalbo in fiore/le bianche braccia cercavano l’amore/ che si era perso tra i mandorli in fiore/Rossa come il tramonto era Letizia/tra i fiori candidi smarrito aveva amore/
VIII. Nera come la notte era Mestizia/Il sangue blu tanto la oscurava/ Labbra rossastre e occhi di cristallo/Esili mani calde di passione/L’anima ti bruciava come il fuoco/ E tu precipitavi come lava/che dal Vulcano eternamente sbava/per distruggere ogni albero ogni fiore/ Nera come la notte era Mestizia/signora della mistero e del furore/
IX. Brucano l’erba gli agnelli dell’Anglona/ sotto lo sguardo del Monte Limbara/ I sogni miei come nuvole in cielo/ mirano i colli di smeraldo pinti/
X. Ride maggio e ride il giorno/della rosea primavera/i dolori via di torno /così il cuore sempre spera.
XI. Mentre maggio ci riscalda con un sole più ridente/ la vita ritorni salda/ si concentri più la mente. /S’allontani il losco mondo /e ritorni primavera /torni il viso rubicondo/ dal mattin fino alla sera.