La Via di Gerusalemme di Enrico Brizzi e Marcello Fini
Enrico Brizzi, Marcello Fini, La Via di Gerusalemme. In cammino da Roma alla città tre volte santa, edicicloeditore, Portogruaro (Venezia), 2009, pp. 234 € . 16,40.
Quando stavano per ultimare il percorso della Via Francigena, da Canterbury a Roma, i due inseparabili amici, Enrico e Marcello, ebbero un’intuizione:
– E se Roma non fosse l’arrivo?-
Dopo aver raggiunto Roma e aver provato le emozioni indicibili che una città di oltre 2760 anni suscita in chi ha un minimo di consapevolezza storica, con la rievocazione del vortice degli avvenimenti che la travolse nelle tortuose sorti umane e divine, i due giovani, decisero “il santo viaggio” : raggiungere per terra e per mare la città tre volte santa, Gerusalemme.
Così, partendo dal capolinea dell’antica Via Appia, per molti tratti scomparsa, ricercandola per pianure, monti, colli e valli, sostando in località imprevedibili che per tanti versi conservano l’impronta dei Crociati e di una natura incontaminata (Parco d’Abruzzo e Irpinia
Verde), raggiungono Brindisi.
Ottocento chilometri a piedi, sotto la pioggia o la canicola, la neve o la sterpaglia brulla, la paura dei lupi e degli uomini che si rivelano statuari, sobri o narratori facondi di storie lontane e recenti.
Il silenzio delle lunghe camminate, salite e discese, in un’ascesi che coinvolge le sofferenze fisiche, ma anche i voli dell’anima, i nostri pellegrini, ora accompagnati da imprevedibili amici partime, camminatori improvvisati, destinati al martirio dei piedi, o dal misterioso cane-pastore abruzzese che li guiderà per lungo tratto, prima di scomparire misteriosamente, vivono un’esperienza
ineffabile, della quale con parsimonia ascetica vogliono rendere partecipi i lettori.
Con Brindisi, finis Italiae, si conclude la prima tappa del loro peregrinare.
Dopo varie peripezie s’imbarcano su una goletta con un esperto skipper, ma con un altrettanto inesperto mozzo, tanto che soltanto la buona sorte fa si che lo Ionio, improvvisamente rabbuiatosi, non finisca per inghiottirseli, prima di raggiungere l’isola di Corfù e
sostare alla fonda al chiaro di luna, visto che l’approdo sabbioso potrebbe impantanare goletta e marinai.
Liberatisi della goletta e di Corfù i nostri pellegrini s’imbarcano in un traghetto di ubriachi, a la buena de Dios, ai quali, sbevazzando birra e giocando a
carte si uniscono anche loro. Arriveranno a Cipro? Chi lo sa, per evitare il patema d’animo mi sono fermato lì.
Insomma, per farla breve, i nostri arrivano a Tel Aviv in pacco aereo e poi, tra guerreggianti da una parte e dall’altra non lo so se arriveranno alla meta, questi Cristifideles laici.
Certo è che con tutti quelli che incontrano: cristiani, musulmani, ebrei, variegatissimi all’interno della loro stessa fede, non danno giudizi e sprizzano compassione per tutti.
Dopo aver percorso la Galilea e tutte le regioni limitrofe, eccoteli giungere a Gerusalemme, eccoli presi da emozioni che non si possono raccontare, tanto scuotono l’anima nel profondo.
A rendere più agevole la comprensione del pellegrinaggio non mancano le sezioni “a spasso con la storia” in cui è agevole visitare luoghi, monumenti, personaggi e avvenimenti di un tempo remoto.
Una sezione di immagini dei luoghi e dei pellegrini ravviva ulteriormente la fantasia e dalla poltrona vellutata del tuo salotto ecco una veduta dal Monte Carmelo, un’altra del Monte degli Ulivi e
alcuni originali ritratti di personaggi, ma soprattutto questi folli che vanno dietro le orme del passato, non si sa quanto immersi nel presente, perché sembra che col futuro non vogliano fare i conti.
Ah, dimenticavo, ci sono pure le schede sulle singole tappe per chi volesse ammalarsi della stessa follia e sui loro passi percorrere senza patemi Roma-Jerusalem.
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