Piazza d’Italia di Sassari nell’agosto 1967
T’incontri e ti scontri in piazza d’Italia, sotto il naso e i baffi del re galantuomo, che è ormai stufo di stare in piedi. L’ingiustizia regna anche tra i monumenti: Tola seduto, Vittorio in piedi. T’incontri con gli amici per raccontare l’ultima barzelletta oscena che ti ha raccontato quel mattacchione di Antonio. Ti scontri con vero ristoro con il molle petto di quei fiori di fanciulle che solo Sassari,in tutta la Sardegna, può offrire: lo dice quel matto di Efisio più cagliaritano di Cagliari. Piazza d’Italia è tutta qui. Magari! E quei vecchietti guardie del corpo di re Vittorio, che aguzzano ancora lo sguardo cupido sui molli fianchi delle sassaresine ultima moda? Tutti godono della pensione di ciechi civili, ma lì, in Piazza, lo dimenticano. Osservano attenti la marea che va e viene da via Roma ai Portici. Schivano scrupolosamente i ragazzi e frugano e scovano le belle figlie di Sassari. Talvolta però vengono beffati da capelloni, che essi indugiano troppo sul viso scambiano per ragazze. Il fatto è che da un po’ di tempo in qua anche le donne passeggiano in calzoni e questi vecchietti vengono sovente messi in difficoltà: finiranno per fruire legittimamente di quella pensione ottenuta alla vigilia di ogni elezione politica, per motivi umanitari, sociali e bellici, perbacco! E che! Vogliamo dimenticare la Brigata Sassari? Fossimo privi di colonnelli dalla memoria di granito! Così respirano nella nostra piazza anche i nonnini. Ma chi ravviva tutto, sprizzando scintille dagli occhi, sono i giovani che passeggiano alle spalle di Vittorio. Poi dicono che la gioventù è bruciata a Sassari! Queste sono finezze, questa è urbanità: il guaio però è che, passeggiando da quella parte perché c’è meno corrente e poi, quando si stancano di andare giù e su, possono sedersi sui gradini del Palazzo della Prefettura da cui sembra uscire un odore di Stato, anzi di Ministro d’Interni. Già, quel palazzo del Governatore, della Provincia, della Prefettura, della Questura ha tutta l’aria di essere lo Stato.
Su quei gradini i nostri bravi giovani si seggono, talvolta: pare che una buona percentuale di essi soffra di vene varicose. Io no, però! Io sono anticonformista e caso mai, a suo dire, mi siedo al primo bar di via Roma dove un bravo cameriere mi serve gentilmente la birra o il gelato, quando sono costretto a sedermi per via, anzi per obbligo della mia, non sempre, dolcissima metà.
Piazza d’Italia non sarebbe Piazza d’Italia senza Via Roma e i Portici. Al bar Pirino ci sono i grossi calibri del foro e del traforo sassarese: tutti gentiluomini, avvocati, dentisti e qualche giudice o procuratore della Repubblica, solo di passaggio: la giustizia deve stare diritta e tetragona come il palazzo di Giustizia. E poi, con tutti quei sardi che amano il quartetto di cielo, per i signori magistrati non c’è da stare in ozio al bar Pirino: scherziamo? C’è la Costa Smeralda, Stintino, Alghero: a volte Cagliari o Nuoro, in trasferta!
La tavola calda dei fratelli Rau, fa parte anch’essa della Piazza: volete che uno dopo aver mangiato un piatto di lasagne con seguito di agnello o porcetto non senta il bisogno di fare la siesta camminando lentamente in Piazza, davanti a Vittorio però, che a quanto pare è prediletto dai matusa e dai piccioni non sempre rispettosi della dignità regale. Anch’essi si sono accorti da tempo che siamo governanti a Repubblica e la Repubblica è quel tipo di governo dove cui ognuno fa quel che vuole e quel che può, arrangiandosi.
Sotto i portici poi è un continuo rubare i titoli dei giornali: a Sassari si legge molto, le librerie vantano una vecchia tradizione e non vanno mai in fallimento: quando non riescono a vendere i libri, smerciano tricicli e attrezzi da pesca. Il fatto è che Piazza d’Italia è fatta così: è un luogo d’incontri e di scontri, di barzellette oscene e di corretti apprezzamenti, e perciò assai graditi, verso le belle figlie di Sassari bella. Lì ci s’innamora e ci si disamora: è un guazzabuglio Piazza d’Italia come il cuore umano. E come al cuore umano ci si sente attaccati. A me non capita, ma c’è gente che la notte non dorme se non ha misurato quotidianamente in lungo e in largo la Piazza. Il segreto sta qui: che Piazza d’Italia è bella! E poi, guardate il cielo rossastro sui Portici e almeno qualche volta la luna che si affaccia sul Palazzo Giordano. Piazza d’Italia è il cuore di Sassari. Io a volte, mia moglie permettendo, mi diverto un mondo ad ascoltarne i battiti.
Angelino Tedde
Da “La Nuova Sardegna” del 23 Agosto 1967