Il corpo docente storico del Magistero di Sassari di Angelino Tedde
Il Comitato Tecnico, di cui ebbe la presidenza Alberto Boscolo (1969-72), dovette procedere al reclutamento del corpo docente necessario allo svolgimento del primo anno del corso di laurea in Materie Letterarie, Lingua e Letteratura Straniera, Pedagogia, Diploma in Vigilanza Scolastica. Pertanto in seguito ai bandi furono conferiti gl’incarichi, per l’anno accademico 1969-70, ai docenti Aldo Loyodice , Mario Soricillo , Massimo Pittau , Angelo Broccoli , Raffaele Sodano , Pietro Meloni , Teresa Mantero , Luigi Capogrossi , Francesco Alziator , Cesare Acutis , Armando Deidda , Antonio Possenti , Mario Manca , Marcello Lelli .
Per l’anno accademico 1970-71, confermati i docenti del primo anno, furono reclutati Luigi Soletta , Francesco Casula , Laura Mancinelli , Mario Lavagetto , Mario Casu , Antonio Jannone , Marco Antonio Aimo , Vittorio Saltini , Maria Luisa Frongia , Ercole Contu , Luisa D’Arienzo , Giuseppe Dondi , Gavino Musio, Manlio Brigaglia Angelo Sodano , Giovanni Gonzi , Sandro Schipani .
Nell’anno accademico 1971-72, il CT riconfermò i docenti già reclutati negli anni precedenti, conferendo inoltre ulteriori incarichi a Egidio Guidubaldi , Luigi Giancola , Antonio Battegazzore , Rita Di Leo , Pasquale Brandis , Giustino Broccolini , Liliana Zani , Bruno Bellerate , Bruno Mari , Alessandro Maida , Daniela Dalla Valle , Ferruccio Bertini , Nazzareno Taddei .
Concluso il triennio il CT presieduto da Alberto Boscolo si dimise e fu nominato il secondo CT con la presidenza di Giusto Monaco (1973-1975) della Facoltà di Giurisprudenza. Per completare il corpo docente per il quarto anno dei primi tre corsi di laurea furono reclutati Nicola Tanda , Giovanni Brianda , Alfreda Papurello, Giuseppe Meloni . Comparvero più tardi tra gl’incaricati Cesare Pitto , Enzo Casolino , Gaetano Mancuso , Gianna Carla Marras . Questi docenti, ai quali fu conferito l’incarico nei primi quattro anni, possono dirsi, a giusto titolo, i padri fondatori della Facoltà. Per quanto un gruppo fosse stato chiamato da Sassari e da Cagliari, la maggior parte erano stati reclutati nelle università continentali, che almeno fino ai primi 10 concorsi a cattedra e oltre, rimasero a Sassari. La maggioranza dei docenti incaricati nei primi quattro anni aveva la qualifica di assistente ordinario o volontario, libero docente, o di ordinario nelle scuole medie superiori. Con questo corpo docente precario e remunerato con esigue indennità, fu avviata, soprattutto nei primi anni, a vantaggio di maestri-studenti in primis la Facoltà di Magistero di Sassari. Le leggi che man mano furono emanate sull’Università fecero sì che il corpo docente si consolidasse. In effetti gl’incaricati dopo un triennio divennero stabilizzati e con la normativa successiva (del DPR 382/1980) quasi tutti costoro divennero professori associati e conseguentemente strutturati nell’Università. Dei professori locali fondatori, nei primi dieci anni soltanto 7 divennero professori di prima fascia, fra questi divennero presidi, concludendo la loro carriera in facoltà, Massimo Pittau (1975-1978), Ercole Contu (1979-1982), Pasquale Brandis (1983-1989), Mario Manca (1988-1995) mentre Alessandro Maida, già incaricato d’Igiene, tra i docenti fondatori, divenuto ordinario, passò a Medicina, fu eletto rettore dell’Università dal 1997 e lo è tuttora (2007). Tra gl’incaricati locali, provenienti dall’Università di Cagliari nei primi anni Settanta e Ottanta divennero ordinari e in tempi diversi presidi, Attilio Mastino (1995-1998) e Giuseppe Meloni (1998-2007); il primo dal 1997 fu nominato Prorettore dell’Università e lo è tuttora (2007); i rimanenti divennero associati. La riforma Berlinguer, con i concorsi gestiti a livello locale, conferendo l’idoneità a tre concorrenti tra i partecipanti, ha dato la possibilità di dotare di un corpo docente più solido le università periferiche per cui oggi la Facoltà conta 34 associati, 23 ordinari, 18 ricercatori per un totale di 75 professori e docenti strutturati . Svolgono attività didattica numerosi docenti a contratto che pur non essendo strutturati contribuiscono con le loro competenze scientifiche e professionali ad arricchire l’offerta della Facoltà.
Nell’anno accademico 1995-1996, in vista della riforma della Facoltà di Magistero in Facoltà di Scienze della Formazione, il corpo docente, dopo alcuni anni di dibattito, richiese ed attuò la trasformazione della Facoltà di Magistero in Facoltà di Lettere e Filosofia, gemmando anche la Facoltà di Lingue e Letterature straniere. La prima, in previsione di istituire la Facoltà di Scienze della Formazione, conservò il corso di Pedagogia sia pure trasformandolo in corso di Scienze dell’Educazione. La Facoltà non riuscì mai a decollare così come programmato dal Consiglio di Facoltà e il nuovo corso divenne una branca della Facoltà di Lettere e Filosofia .
Il lento processo di crescita accademica della maggior parte dei professori di 1ª fascia e l’immissione di numerosi associati e ricercatori nei primi anni Ottanta, ha sicuramente condizionato anche la possibilità di sviluppare tutti gli ambiti disciplinari .
A tutt’oggi gli ambiti disciplinari che si sono sviluppate più marcatamente sono Antichità romane, formata da componenti che hanno raggiunto da giovani, maturità scientifica e accademica, e che hanno prodotto fecondi risultati in scavi, studi e ricerche a livello nazionale e internazionale. Basti citare gli scavi archeologici di Zama, Uchi Maius, Lixus in Tunisia e Marocco, gli scavi in Sardegna, le attività di ricerca sulle specificità delle province romane (Africa, Numidia, Mauretania, Sardegna), la rete di relazioni tra tutti gli archeologi gli storici e gli epigrafisti del Maghreb che si incontrano ogni due anni nei convegni de L’Africa Romana, svolti finora in Sardegna, in Tunisia (Tozeur, Cartagine, Djerba), Marocco (Rabat) e Spagna (Sevilla), che ha prodotto una voluminosa collana di pubblicazioni con contributi di centinaia di romanisti da tutto il mondo. Da non dimenticare lo sviluppo recente del filone di studi e ricerche di Archeologia marina nella sede di Oristano . Questa disciplina ha beneficiato della presenza di Angela Donati e di Giovanni Brizzi, tutti di scuola bolognese. Oggi comprende gli ordinari Attilio Mastino e Raimondo Zucca, due associati, Paola Ruggieri e Giampiero Pianu, un ricercatore, Alessandro Teatini .
Archeologia preistorica con un ordinario, Alberto Moravetti e tre ricercatori, Barbara Wilkens, Maria Grazia Melis, Anna Depalmas, avviata da Ercole Contu, allievo del greco Doro Levi e di Ranuccio Bianchi Bandinelli , ha effettuato scavi studi e ricerche sulla preistoria e protostoria della Sardegna e del bacino mediterraneo; l’altra ordinaria, Giuseppina Tanda, da anni all’Università di Cagliari si è occupata del Neolitico della Sardegna con particolare attenzione alle scansioni cronologiche, allo studio tipologico di forme ceramiche. Una parte rilevante delle sue attività è dedicata allo studio di realtà pre-protostoriche esterne al territorio della Sardegna, con plueriennali indagini e scavi archeologici condotti in Corsica, Minorca e Tunisia. .
Le discipline medievisitiche comprendono due ordinari Giuseppe Meloni e Angelo Castellaccio, entrambi allievi di Alberto Boscolo, un’associata, Pinuccia Simbula, un ricercatore Alessandro Soddu. Questi ambiti disciplinari hanno sviluppato filoni di ricerca sulle relazioni politiche economiche commerciali intercorse tra la Sardegna e la Corona d’Aragona, ma anche un altro vasto filone sul periodo giudicale, con una particolare attenzione all’edizione delle fonti come documentato da una nutrita serie di pubblicazioni .
Gli ambiti disciplinari di Geografia con due ordinari, Giuseppe Scanu e Marina Sechi, tre associati, Catina Madau, Antonella Carboni, Valeria Panizza, avviati da Pasquale Brandis, formatosi alla scuola di Ferro (Genova) e di Baldacci (Roma) ha sviluppato filoni di ricerca sulla geografia storica della Sardegna, sulla cartografia, organizzazione del territorio, turismo e beni culturali, sulla geografia umana e del paesaggio .
Le discipline sociologiche con un ordinario, Alberto Merler, tre associati Maria Lucia Piga, Andrea Vargiu, Gianfranco Sias , due ricercatori Francesca Dettori e Maria Antonietta Cocco il cui fondatore fu il compianto Marcello Lelli, con i sociologi afferenti al “Laboratorio Foist per le politiche sociali” e all’ISC – Istituto di studi comparativi sull’insularità e sullo sviluppo composito (nel Dipartimento di Economia Istituzioni Società), ha sviluppato lo studio delle politiche sociali, educative e culturali, articolato su diversi piani: le relazioni persona-sistema (anche come dinamiche familiari e processi comunicativi), i percorsi culturali soggiacenti alle politiche di Welfare e alla mobilità umana, l’analisi dei sistemi dei servizi, lo studio del territorio, i rapporti comparativi fra situazioni internazionali, letti anche come “isole socio-culturali” plurime e diversificate, in una prospettiva metodologica di ricerca partecipata .
Gli ambiti disciplinari di Pedagogia, avviati da Giovanni Brianda e altri docenti “pendolari” , con ricerche sul versante scolastico e su quello dei personalisti francesi, è stata rafforzata negli anni da un gruppo di docenti, come Luciano Caimi, ordinario di storia della Pedagogia, che nei suoi quattro anni di permanenza a Sassari ha prodotto studi sul noto intellettuale Antonio Pigliaru; Paolo Calidoni ordinario di Didattica generale, allievi rispettivamente di Luciano Pazzaglia e Cesare Scurati del Dipartimento di Pedagogia dell’Università Cattolica di Milano; tre associati dei quali uno della scuola di Bertolini di Bologna, Fausto Télleri, due allievi di Luciano Pazzaglia, Fabio Prùneri e Filippo Sani, più due ricercatori Giuseppina Manca, Filippo Dettori. Il gruppo si è consolidato con filoni di ricerca sulla didattica, sulla formazione degli adulti (genitori e insegnanti), sulla pedagogia degli oppressi di Paolo Freire, sulla devianza e marginalità, sull’istruzione in Sardegna in epoca moderna e contemporanea .
Antropologia culturale, coordinata dalla Gabriella Mondardini, in contatto con l’Università Università di Cagliari (prof. Giulio Angioni) , l’Università di Bologna (pof.ssa Adriana Destro) e gli studiosi inglesi di Oral History, comprende anche un professore associato (Franco Lai), ha dato vita ad un Laboratorio di Antropologia culturale e sociale (LACS), dove si svolge lavoro di ricerca, formazione e consulenza per allestimento di mostre e musei. Gli ambiti di ricerca, a cui collaborano numerosi studiosi esterni, riguardano la relazione uomo-località (cultura marinara, saperi locali, ruoli di genere, identità, globalizzazione, ecc.) e antropologia medica (qui, oltre a numerose ricerche, un progetto di formazione ha visto l’apertura dell’insegnamento di Antroplogia medica nell’Università di Maputo in Mozambico)
Noti docenti provenienti dalle più rinomate università della Penisola, due dei quali sono stati anche presidi per breve tempo, Ettore Cau (1978-1979) Marco Tangheroni (1982-1983), hanno promosso contributi di studio nelle loro discipline.
Da ricordare Gian Paolo Brizzi, (Bologna) modernista, allievo di Paolo Prodi, promotore e direttore del Centro Interdisciplinare per la Storia dell’Università di Sassari (Cisus) e, dopo il trasferimento a Bologna, direttore del Centro Interdisciplinare per la Storia delle Università Italiane (Cisui). Lo studioso, negli undici anni di permanenza a Sassari, ha promosso una collana di studi sulla storia dell’Università di Sassari, grazie anche ai contributi di Raimondo Turtas, storico della Chiesa, e ad altri studiosi locali e peninsulari, mentre un’associata modernista, Miriam Turrini, per l’area cattolica in età moderna di storia delle istituzioni ecclesiastiche e delle strutture educative, nonché del rapporto tra coscienza e ordine politico. Dello stesso ambito disciplinare fanno parte Francesco Manconi, che ha sviluppato filoni di ricerca sul dominio spagnolo in Sardegna e sull’economia sarda del periodo. Su questi temi si sono orientate le ricerche dell’associato Giuseppe Mele.
Lo stesso può dirsi del latinista Pietro Meloni (Cagliari), elevato all’episcopato, che ha lasciato due allieve delle quali una associata (Annamaria Piredda) e una ricercatrice (Giovanna Pintus); infine, Edmond Farhat, professore di lingua e letteratura araba, che lasciò la facoltà per la nomina a nunzio apostolico ha introdotto lo studio e la letteratura della lingua araba.
Da ricordare i prematuramente scomparsi Marcello Lelli, prolifico e brillante giovane sociologo che di fatto passò il testimone agli attuali componenti dell’ambito disciplinare, tanto nella nostra facoltà Alberto Merler, quanto a Scienze Politiche (Fadda e Mazzette); Marco Tangheroni, preside per breve tempo, compianto insigne studioso della scuola di Alberto Boscolo, al quale si devono fondamentali contributi sul medioevo sardo; Vincenzo Cadoni, morto intra meonia, che ha lasciato lavori originali sugli umanisti sardi; Marco Antonio Aimo, tra i più entusiasti promotori e fondatori della Facoltà e primo direttore della Biblioteca, compì vari studi sull’illuminismo; Egidio Guidubaldi, filologo dantesco, noto anche a livello nazionale e internazionale per le sue originali lezioni di psicanalisi dantesca; Martino Cambula, studioso del gruppo dei filosofi di Vienna e del neotomismo; Giovanni Cappai, pedagogista, studioso dell’handicap.
La riforma Berlinguer, con i concorsi locali, cercò di porre riparo alla costante mancanza di ordinari e associati per cui se per tanti anni la piramide dei docenti ebbe una vasta base di ricercatori, attualmente la base è costituita in termini quantitativi da associati, ordinari e, infine, ricercatori.
Nell’arco dei primi trent’anni si avvicendarono nella facoltà circa 270 docenti, esclusi coloro che soggiornarono per uno, due o tre anni, che non furono pochi tra gli ordinari, essa anche dopo la gemmazione di Lingue e Letterature straniere (1995-1996), conservò comunque un corpo docente mediamente tra le 40 e 50 unità che garantì il regolare funzionamento della didattica e una rilevante produzione scientifica. La costituzione graduale dei dipartimenti, in primo luogo quello di Storia e successivamente quello di Economia Istituzioni Società e dei progetti di ricerca, in quelle strutture promossi, ha favorito certamente una serie di ricerche locali, nazionali e internazionali che danno un’immagine dignitosa della facoltà.
(II continua)