Dai collegi medievali alle case dello studente.
Presso i saloni dell’ERSU, l’Ente Regionale Sardo Universitario, nel complesso edilizio di Cortesantamaria, promosso dal CISUI, dall’ERSU, sotto il patrocinio della Regione Sardegna, si è svolto uno stimolante convegno di studi a cui sono intervenuti alcuni tra i più noti studiosi di Storia delle università medievali e moderne. Obiettivo del convegno è stato quello di mettere a fuoco le problematiche abitative degli studenti fuori sede in epoca medievale, moderna e contemporanea presso le più antiche università italiane tra le quali Bologna, Cagliari, Messina, Milano, Napoli, Padova, Pavia, Roma, Sassari, Siena, Torino, Udine.
Da questa suggestiva carrellata sono emerse le variegate masse studentesche fuorisede dei diversi strati sociali nei vari contesti storici in cui si vennero a trovare. Le autorità preposte, di volta in volta, cercarono di rispondere alle loro esigenze abitative durante il corso degli studi universitari con la fondazione di collegi di vario genere. Alcuni di essi di semplice accoglienza alberghiera, altri con accoglienza e supporti didattici, altri con accoglienza e formazione, altri ancora come collegi-università. Non mancarono collegi con piazze gratuite e a pagamento come furono i collegi per nobili, per giovani di talento non abbienti. Le finalità furono sempre quelle di preparare i quadri burocratici delle monarchie assolute o le burocrazie ecclesiastiche agli ordini del pontefice-sovrano, oppure alla formazione delle classi dirigenti man mano che gli stati moderni si aprirono a forme di gestione più illuminata della cosa pubblica e quindi alla formazione delle classi dirigenti con l’avvento degli stati costituzionali.
Le relazioni non hanno potuto coprire la numerosa e variegata modalità di tutti i luoghi e di tutti i tempi con cui nelle varie sedi universitarie furono accolti gli studenti, a volta sopportati, talvolta mal tollerati per le loro sregolatezze, a volte accolti nelle case private. I relatori hanno cercato di offrire uno spaccato delle sedi universitarie oggetto della loro ricerca.
Il prof. Gian Paolo Brizzi, direttore della rivista “Annali sulla storia delle Università italiane” e direttore del Centro Interuniversitario della Storia dell’Università Italiana, CISUI, con sede Bologna, a cui aderiscono ben 25 università italiane, compresa l’Università di Sassari, ha dato inizio ai lavori con una relazione dal titolo “Dai collegi medievali alle case dello studente”; il prof. Del Negro: “Collegi per studenti, il caso padovano”; la prof. Negruzzo: “I collegi della controriforma: il collegio pavese”; la prof. Esposito: “I collegi universitari di Roma nel ‘400 e nel ‘500”; la prof. Del Bagno: “Università e studenti nella Napoli spagnola”; il prof. Romano “Il collegio gesuitico di Messina”; il prof. Perez Martin: “Colegio de Espana en Bolonia”; la prof. Roggero: “Il collegio come luogo di formazione del funzionario statale: il collegio delle province di Torino”; il prof. Mattone e la dr.ssa Ferrante: “Il collegio dei nobili di Cagliari e la formazione della classe dirigente del Regno di Sardegna”; il prof. Bianchi “Pensionati e collegi femminili nell’età dell’emancipazione della donna”; la prof. Calabrò: “L’Università di Messina e le Calabrie: la questione delle residenze fino alla fondazione della casa dello studente”; il prof. Gaudio: “Le provvidenze per gli studenti nell’età del Fascismo”; la prof. Fois:”Le provvidenze per gli studenti: la questione della residenza universitaria a Sassari nel ‘900″; il prof. Nonnoi: “L’Università di Cagliari dallo Studio intra moenia all’ Ateneo fuori porta” .
Oltre ai relatori, al convegno, sono intervenuti alcuni cultori della materia, qualche presenza di cortesia di professori in quiescenza. Da sottolineare la totale assenza di studenti. Non si biasimerà mai abbastanza che tanti luminari arrivino a Sassari e che gli studenti, questa tematica poteva riguardarli tutt’e 17 mila, fossero totalmente assenti, dopo la manifestata pretesa di mettersi alla guida delle università e di non essere esclusi da qualunque manifestazione che li riguardi. Da vecchio docente e da cronista mi accora constatare che i nostri sardi studenti continuano a riempirsi la bocca di slogans e, di solito, disertano i convegni da cui avrebbero molto da apprendere per la loro formazione universitaria. Questa lacuna potrebbe colmarsi attraverso crediti da conferire per i presenti e da togliere per gli assenti. Inoltre, per evitare presenze inoperose, basterebbe costringerli a predisporre le mappe concettuali di ogni relazione. In questo modo, nel mio ultimo convegno, maggio 2001) ho avuto il pieno. C’è da pensare che la risoluzione del problema delle residenze universitarie non sia di loro interesse, ma soltanto un problema dei vertici universitari e di quelli politici.
La prima mattinata, infatti, ha visto i vivaci interventi del sindaco di Sassari Ganau, dell’Assessora regionale alla pubblica istruzione Mongiu, del consigliere dell’Ersu Pintore, del rettore dell’Università prof. Maida e del prorettore prof. Mastino.
I moderatori delle due giornate sono stati i proff. Mastino, Sanna, Lucio Caimi.
Gli esperti statistici hanno sentenziato che servirebbero in Sassari per i novemila fuorisede un minimo di 1750 residenze a fronte delle attuali 550.
Non sarebbe stato male accennare alle spese che l’Ersu deve sostenere con le attuali 550 residenze per i fuorisede.
Certamente, visti i chiari di luna che l’economia globale, nazionale e territoriale attraversano un soddisfacimento di 1750 residenze probabilmente rimarrà nei sogni degli amministratori dell’Ersu del presente e del futuro per quest’intero secolo, salvo crescite economiche poderose ed economie sugli sprechi endemici della pubblica amministrazione sarda.
Angelino Tedde