Il singhiozzo della trombetta di Ange de Clermont
In un paese di collina, alta collina, ai tempi dei tempi, viveva un dignitoso banditore. Non aveva molti vizi, tolto l’alcol e il fumo, per il resto era l’uomo più buono del mondo. Questi due soli vizi però gli procuravano periodicamente un po’ di dissenteria, per cui l’uomo era cronicamente magro, magro a tal punto che non si reggeva in piedi, specie quando i due vizi li praticava in modo simultaneo. Per un certo periodo, quando doveva dare i bandi, si appoggiava ai muri delle case, toglieva dal taschino la trombetta, per richiamare i suoi compaesani,e annunciava:
-Tuuh, tuuh! Chi vuol comprare del sale, a buon prezzo, scenda allo stradone che c’è Giovanni Cucu!-
Alle donne non sembrava vero, e, affidati i figli piccoli ai figli più grandicelli, scendevano allo stradone a comprare il sale e, dato che provenivano dai quattro rioni del paese, ne approfittavano per raccontare peccati mortali e veniali delle comari e delle amiche. Naturalmente non diffamavano nessuno, scoprivano soltanto che i peccati nascosti erano molto simili a quelli conosciuti e che tutte le donne si rassomigliavano, almeno nel peccare.
Il povero banditore, praticando soltanto i due vizi e lasciando il terzo ai suoi compaesani, andava sempre più indebolendosi, ma la gente non stava lì a discuterci: l’uomo nei bandi era professionale sia che fosse andato a letto con Bacco sia che avesse passato il tempo con le foglie di Tabacco.
Dimenticavo, per la verità, una donna che in gioventù se n’era segretamente innamorata, gli regalò il bastone del padre defunto, perché il povero banditore potesse appoggiarsi, stando al centro della strada, nel punto più alto, per dare il bando:
-Tuuh! Tuuh! Chi vuole comprare pesce fresco, a buon prezzo, scenda nello stradone che c’è Antonio Becu!-
Le comari come al solito si precipitavano allo stradone per comprare il pesce non del tutto fresco, ma che ancora sapeva di sale. Fatto l’acquisto, tutte profumate dai pesci comprati, mettendo chiacchiera su chiacchiera, s’informavano sui peccati mortali e veniali che venivano compiuti nei vari rioni dalle solite impenitenti comari.
Il banditore andava sempre peggiorando, ma non poteva essere sostituito dal figlio: il giovane aitante era partito, pieno di entusiasmo, a cimentarsi nella grande guerra.
Il povero banditore, anche se era ubriaco come una botticella di rovere, si appoggiava al bastone, e via, dal punto più alto della strada, evitando di mettersi troppo vicino alle code dei cavalli in sosta, suonava la tromba e :
-Tuuh, tuuh! Chi vuol comprare, ricotta mustia, a buon prezzo, scenda nello stradone che c’è Mimmia Pira!-
Alle comari non pareva vero, lasciavano tutto e via verso lo stradone a discutere sul prezzo col ricottambulo prima, e a confidare le magagne con le comari, poi. Fu in uno di questi crocchi che si sparse la voce della nascita del primo figlio di Cavallo Bianco, un ricco possidente, che praticava la famiglia allargata.
Il banditore continuava tutti i giorni la sua via crucis, né poteva abbandonare Bacco, altrimenti sarebbe diventato irascibile, né tanto meno Tabacco, diversamente sarebbe stato costretto alla noia, vista la poca fantasia dei paesani, colti e incolti, sempre fissi su tre o quattro idee.
Un giorno però, gli comunicarono che il figlio era morto al fronte, da eroe, ma era morto. Si sciolse in lacrime davanti ai carabinieri che gli avevano dato la notizia. Tacque, per qualche giorno, tanto che la gente visse in ansia l’assenza dei suoi bandi senza sapere il perché.
Al terzo giorno, però, lo si rivide più smilzo che mai, si pose al centro della via, nel punto più alto, appoggiato al bastone, e annunciò:
-Tuuh, tuuh. Chi vuole comprare carne di cavallo, a buon prezzo, vada al macello di Pietro Bola, nella discesa della chiesa!- proseguì:
-Tu, uuh, tu, uuh!- Le comari furono colpite e si chiesero che cosa di nuovo volesse annunciare con quella trombetta che singhiozzava:
– Per chi vuole ascoltare! Avant’ieri, sul fronte dell’Isonzo, combattendo da eroe, è morto Antonio, mio figlio! Chi vuole pregare, stasera, alle tre del pomeriggio,vada all’oratorio di Santa Croce, il vicario dirà una messa di suffragio per l’anima sua. Tu, uu, tu, uuh!- La trombetta continuava a singhiozzare. .
Le donne in ascolto gli andarono incontro e, commosse, lo abbracciarono.
L’uomo, alla fine delle condoglianze, svenne e subito dopo, andò a raggiungere il figlio che se ne stava beato nel regno dei Cieli.
La trombetta, anche lei in lutto, fu raccolta da mano pietosa e collocata nella bara del banditore.
Alle tre, in Santa Croce, il vicario, con grande concorso di folla, senza bare presenti, celebrò la Santa Messa per i due eroi, morti entrambi sulla breccia e già beati nel regno dei Cieli.
Commenti
Questo emblematico e suggestivo racconto mi consente di rifettere su una delle più alte e civili valenze, che possono accomunare due esseri umani, a prescindere dalla carica sociale o dalla locazione storica: la militanza, il servizio. Conseguentemente, narrandosi di un padre e di un figlio, è implicito che questo è un valore che si trasmette attraverso l’educazione e la tradizione. Grazie, saluti cordiali Alfredo
Novembre 29th, 2008
Ciao Alfredo, grazie per questi pensieri e per l’apprezzamento.
La tua pagina aspetta qualche notizia, se hai piacere.
Come va costì? Qui c’è un po’ di freddo e di vento.
Ho l’impressione che andremo incontro ad un Natale in linea con la tradizione.
Molte volte qui abbiamo avuto il sole a Natale e il freddo a Pasqua.
A presto.
Cordialmente
Ange de Clermont
Novembre 29th, 2008
Caro Angelino, in sitibonda Puglia finalmente piove, mentre ai venti freddi dei Balcani siamo abituati.
Grato per l’inserimento della mia modesta persona, invìo il profilo:
Alfredo Crispo Longo (6 Aprile 1961)
-Laureato in Scienze Agrarie, con esperienza diretta in cerealicoltura.
-Dal 1996 è impegnato nel “sociale” fornendo assistenza a minori disagiati e con disturbi del comportamento per conto della Cooperativa sociale onlus Aliante di Bari.
-Musicista autodidatta di pianoforte, utilizza la musica nel lavoro ai fini della socializzazione ed integrazione del diversamente abile.
-Appassionato di storia dell’Arte, sulla rivista
culturale “Nuovi Orientamenti” pubblica ricerche e commenti sulle opere d’arte presenti nel territorio pugliese.
-Originario di Sassari, attraverso i racconti tramandati in famiglia ha apprezzato i valori morali e tradizionali della cultura sarda, non solo in riferimento ai rapporti fra esseri umani, ma anche riguardo al rispetto della natura.
A presto Alfredo
Novembre 30th, 2008