I Cattolici in Sardegna di Emma Linda Tedde
I cattolici in Sardegna
In Sardegna l’associazionismo nell’ottocento é legato alle esperienze organizzative degli anni precedenti nel campo caritativo, sociale e religioso e assume un carattere elitario e di movimento di opposizione alla politica laicizzante della borghesia liberale[1] .
A Cagliari c’erano state già dal 1855/57 esperienze nel campo associazionistico e giornalistico.
In quegli anni, infatti, si erano formate associazioni caritative maschili e femminili promosse sia dai Preti della Missione sia dal movimento laicale vincenziano facente capo all’Ozanam in Francia e nel continente italiano e in Sardegna al sassarese Carlo Rugiu,[2] intitolate a S. Vincenzo de’ Paoli; inoltre nel ’56 era stata avviata la pubblicazione del periodico cattolico “Ichnusa”[3]..
L’ambito nel quale i cattolici sardi operavano era ostile[4]:l’anticlericalismo era ampiamente diffuso tra gli studenti, favorito dalla penetrazione del libero pensiero e dal razionalismo ed era tema di polemica politico- ideologica largamente presente nei giornali cagliaritani come il “Corriere della sera”, legato alla massoneria, e i periodici di orientamento democratico quale “L’Osservatore”, (1870), “La Verità” (1870/75), “L’era nuova”[5] (1870).
Dopo Porta Pia le principali iniziative attuate in campo nazionale dai cattolici trovarono pronta eco in Sardegna. Si tennero dappertutto funzioni religiose, raccolte di denaro, di firme a favore del Papa.
A Cagliari, centro motore del movimento, le celebrazioni religiose assunsero un carattere politico, per certi atteggiamenti assunti dalla stampa liberale, e si svolsero in un clima talmente saturo di anticlericalismo che rischiò di degenerare in scontri di piazza.Tale stato di tensione è documentato da numerosi inviti alla calma comparsi sulla stampa.[6]
In questo clima di forte tensione nacquero le nuove organizzazioni laicali cattoliche cagliaritane: il Circolo S. Saturnino e la Società per gli interessi cattolici rispettivamente nel giugno e nel dicembre del ’71 [7].
Promotore di queste due associazioni fu un nucleo cattolico intrasigente.
Il circolo S. Saturnino si distinse maggiormente per continuità di impegno, attivismo e per la funzione di promozione culturale, politica, sociale e religiosa svolta, assunse il ruolo centrale nel movimento cattolico cagliaritano e dal suo interno emersero spinte verso una più incisiva presenza dei cattolici nella realtà sociale e politica[8].
I giovani cattolici nel campo politico sentivano l’esigenza di una partecipazione diretta alla pubblica amministrazione; nel campo sociale sostennero la necessità di promuovere l’associazionismo operaio con l’adozione di iniziative di patronato e mutualistiche, da affiancare alle opere caritative con l’incremento dell’istruzione operaia .
Promotore della costituzione del Circolo era stato il giovane teologo Francesco Miglior[9] (1831-1884), già studente presso i Gesuiti, ordinato prete a Cagliari, nominato teologo della cattedrale, predicatore e polemista di successo; consapevole dell’attività che i cattolici in modo intransigente dovevano svolgere nel campo sociale.
Al circolo aderirono giovani studenti e larghe frange del clero secolare; numerosi furono anche i soci operai, artigiani e commercianti.
Contemporanea al Circolo operò la Società per gli interessi cattolici, che orientò la propria azione nel campo religioso formativo, culturale ed educativo promovendo cicli di esercizi spirituali, di predicazione, celebrazioni di ricorrenze religiose e curando la diffusione dell’insegnamento della dottrina cristiana.
Aderirono alla Società elementi della borghesia commer ciale e della nobiltà ed ebbe sin dalle origini carattere elitario.
Dal 1889 al 1898 ci fu un rilancio dell’organizzazione cattolica[10].
L’Opera dei Congressi sotto la presidenza del Paganuzzi cominciò ad organizzare proprie sezioni che si sommarono e vennero in contrasto coi circoli della gioventù cattolica [11]
Anche in Sardegna e a Cagliari in particolare furono anni di ripresa dell’associazionismo e di presa di coscienza, da parte di più vasti nuclei di militanti, dell’importanza dell’aspetto organizzativo e propagandistico[12].
Intorno al 1890 fu avviata l’azione di organizzazione nel campo economico-sociale di pari passo con l’intensificazione della propaganda a favore dell’associazionismo.
Nel congresso cattolico di Genova del 1892 si deplorava la poca organizzazione e il poco progresso della Sardegna ri spetto ad altre regioni italiane:
“La Sardegna é ancora inesplorata dall’Opera dei Congressi” [13].
Si deplorava la mancanza di unione e di spirito di sacri ficio nel clero.
Tra i motivi di debolezza si segnalava la mancanza di un giornale cattolico quotidiano.
Di pari passo veniva svolta la propaganda a favore della costituzione delle Casse Rurali Cattoliche.
Nel 1893 la Società per gli interessi cattolici di Cagliari aderisce all’Opera dei Congressi e nel 1895 per iniziativa dell’arcivescovo Paolo Maria Serci si formava il primo comitato diocesano dell’Isola.[14]
Questo comitato favorì la costituzione di comitati parrocchiali (3 a Cagliari) e intraprese la pubblicazione del nuovo quotidiano cattolico: “La Sardegna Cattolica”[15], inoltre fu avviata l’istituzione di una scuola serale operaia, fu ricostituita la lega per il riposo festivo.
In questo periodo fiorirono numerose associazioni cattoliche nelle due divisioni sarde.
A Sassari dal 1893 vi era una ” Società Operaia per gli interessi cattolici del S.S. Cuore di Gesù”,[16]
Inizialmente era sorta con fini religiosi e di culto in seguito fornì l’assistenza medica e farmaceutica ai soci ammalati. Facevano capo ad essa le iniziative dei cattolici militanti sassaresi, fra i suoi soci vi erano i principali esponenti del movimento.
Il commerciante Cav. Francesco Ratto ne era presidente; direttore spirituale il reverendo teologo Cesare Cugusi;[17] presidente onorario leader dei cattolici sassaresi era l’avv. Giovanni Zirolia. Costoro si impegnarono con manifestazioni, proteste, per portare avanti la causa cattolica.
A Ossi per impulso dell’avv. Zirolia si formava la società operaia cattolica di S. Giovanni Battista che partecipava direttamente alle lotte amministrative locali.
Nelle elezioni comunali del 1902 riusci a far eleggere consiglieri comunali nove suoi soci conquistando la maggioranza nel consiglio e guadagnando tutti i posti in giunta.
A Ozieri, fin dal 1894 era stata fondata una società agricola cattolica, con scopo di mutuo soccorso: nel 1901 contava circa 150 soci; presidente era il cav. Scanu.
A Fonni era sorta nel 1899 la società di San Giuseppe con scopi di mutuo soccorso.
A Monserrato si era costituita alla fine dell’Ottocento la società di Sant’Ambrogio i cui soci erano agricoltori, operai, intellettuali cattolici. Aveva scopi religiosi e si occupò di problemi agrari.Nel 1895, per iniziativa dell’Opera dei Congressi, si costituivano alcuni comitati parrocchiali e il comitato diocesano dell’Opera. E finalmente nel 1896 al Congresso cattolico di Fiesole per la prima volta fu comunicata la costituzione in Sardegna dei primi comitati diocesani e parrocchiali e l’esistenza di una Cassa rurale cattolica che aderì all’Opera dei Congressi nel 1897.[18]
Nel febbraio del 1897 si tenne a Cagliari la prima adunanza interdiocesana dell’Opera dei Congressi[19]: la presiedette il marchese Vincenzo Amat di S. Filippo, presidente del comitato diocesano. Intervennero numerosi sacerdoti dei paesi della diocesi e i principali esponenti del clero e del laicato cittadino. Non mancarono i rappresentanti dei comitati parrocchiali di Cagliari, di Laconi, di Mogoro e di Gonnostramazza.
L’avv. Enrico Sanjust[20] di Cagliari parlò sull’azione cattolica, il canonico Luigi Canepa[21] di Sassari trattò della stampa cattolica; il sacerdote Michele Costamagna[22] parlò dei comitati parrocchiali e della missione sociale e religiosa del parroco.
Fu approvata la fondazione di comitati parrocchiali e furono costituiti comitati diocesani con l’intento di tenere nell’Isola il primo Congresso Regionale dell’Opera.
Già nell’agosto-settembre del 1897 risultano esistenti 2 comitati diocesani; 8 comitati parrocchiali; una Cassa rurale aderente all’Opera dei Congressi; una Società operaia ugualmente aderente all’Opera dei Congressi; un circolo della società della gioventù cattolica; un’associazione cattolica aderente all’Opera dei Congressi; 5 associazioni non aderenti; un giornale cattolico quotidiano[23].
Comunque la struttura organizzativa cattolica della Sardegna risultava ancora debole, confrontata non tanto con le regioni settentrionali, ma con le stesse regioni meridionali che per caratteristiche ambientali, religiose, economiche e politiche erano paragonabili alla Sardegna[24].
Questo il quadro della situazione:su 11 diocesi 2 avevano il comitato diocesano – Cagliari e Iglesias –
Su 397 parrocchie solo 8, di cui 3 a Cagliari, avevano il comitato parrocchiale.
Non c’erano nè sezioni giovani dell’Opera dei Congressi, nè circoli universitari, eccettuato quello di Cagliari.
Il movimento democratico cristiano nacque a Cagliari nell’ambito della congregazione dei figli di Gesù, sorta con le caratteristi che degli oratori festivi e con finalità religiose e ricreative nel 1899 per iniziativa del padre Giuseppe Uras[25].
Del programma democratico cristiano si fecero assertori alcuni giovani sacerdoti e studenti considerati tra i primi i veri pionieri del movimento. Fra essi spiccavano il sacerdote Virgilio Angioni[26] e il laico Giuseppe Lay Pedroni[27] accanto ad essi Mario Piu, Giuseppe Miglior e Giuseppe Uras.[28]
In questo periodo (1900-01) si formò un fascio democratico cristiano, con una sezione femminile, al quale parteciparono gli stessi sacerdoti della congregazione, studenti e operai. Il vicepresidente era il teologo Paolo Manca che da giovane era stato docente nel seminario di Cagliari.
La formazione del gruppo coincise con l’arrivo del vescovo mons. Pietro Balestra[29] già ordinario di Acqui che appoggiò l’iniziativa, ne ricevette una delegazione di suoi membri e nel febbraio del 1902 inviò l’Angioni e il Pedroni a frequentare il collegio Leoniano di Roma per seguire i corsi di mons. Radini Tedeschi.
Non mancarono i contrasti già in questa prima fase che però difficilmente trapelavano rimanendo contenuti all’interno delle organizzazioni. Questi contrasti sono comprensibili se rapportati al momento particolare che stava attraversando l’Opera dei Congressi che vedeva l’indebolimento dei “vecchi” seguaci di Paganuzzi e vedeva i disaccordi tra i vecchi e i giovani[30].
Il fascio d.c. nasceva con il proposito di avviare anche a Cagliari, in un ambito unitario, quelle associazioni professionali e popolari cattoliche che erano state auspicate insistentemente dai congressi cattolici.
L’obiettivo era ideologico e organizzativo insieme: l’opporsi con apposite strutture associative alla penetrazione del socialismo tra gli strati popolari e contrastare quell’egemonia che alcuni gruppi di orientamento liberale e liberal progressista detenevano sull’organizzazione professionale e mutualistica.
Tra l’ultimo decennio dell’800 e i primi del 900 infatti si rafforzarono e diffusero dei sodalizi a base solidaristica, mutualistica e cooperativa. Per la maggior parte erano sodalizi a carattere professionale, agnostici, con finalità socio- economiche e non politiche, ma il cui legame con i notabili liberali finiva per caratterizzarne e determinarne certe scelte politico-ideologiche ed elettorali, con la penetrazione delle prime leghe socialiste, prevalsero le finalità politiche e ideologiche.
Comunque l’organizzazione non riuscì a porre a Cagliari salde radice per resistenze politiche ed ambientali. Inoltre il movimento d.c.. penetrava nell’Isola proprio nel momento in cui secondo le istruzioni del 27.01.1902 i fasci d.c.. venivano privati di ogni autonomia organizzativa, sottoposti ad uno stretto controllo dell’autorità ecclesiastica e bloccati nei loro obiettivi di organizzazione politica e sindacale.
Una seconda esperienza organizzativa democratico cristiana prese avvio nel 1903 con la fondazione del circolo di studi sociali Leone XIII,[31] di cui si fecero promotori alcuni studenti (parte dei quali aveva seguito l’esperienza del primo fascio d.c.. nella congregazione dei Figli di Gesù), ed avrebbe dato vita ad un nuovo circolo d.c.
Antonio Boi era il Presidente, Pietro Leo e Aurelio Congiu (segretari) Luciano Argiolas era il cassiere e Giovanni Dettori il bibliotecario.
Il nuovo Circolo si proponeva di preparare e formare, con lo studio, conferenze e discussioni, esponenti dell’azione cattolica; approfondire lo studio del programma democratico cristiano e propagandare le idee cattolico popolari.
Il clima nel quale si lavorava era saturo di diffidenze e sospetti che rischiavano di incidere sull’azione dei giovani e sui loro rapporti con i più autorevoli esponenti del movimento; può essere esplicativo l’episodio del canonico napoletano Francesco Colonna che tenne a Cagliari le prediche quaresimali e fu costretto a partire prima del previsto.[32]
Ci furono infatti gravi incidenti fra un gruppo di fedeli ed alcuni giovani socialisti che inneggiavano a Giordano Bruno, uno dei quali venne anche ferito. Il canonico venne accusato e così anche i cattolici.
Il circolo proseguì la sua attività pure in mezzo a queste difficoltà.
Fu anzi un momento di risveglio delle organizzazioni cattoliche: potenziamento delle esistenti e fondazione di nuove (circoli ricreativi,società operaie di mutuo soccorso in varie zone dell’isola)[33].
A Jerzu nel 1901 per iniziativa del cav. Spano si costituivano il circolo di S.Erasmo e una società di S.Luigi.
A Lanusei si costituiva nel 1902 un’associazione democratico- cattolica di cui era presidente l’avvocato Antonio Giua.
Era in relazione col 2° gruppo dell’O.C. ed aveva scopi educativi religiosi e morali; alla fondazione contava una quarantina di soci dei quali fu eletto presidente onorario il vescovo di Ogliastra mons. Paderi.
A Pirri vi era la società di San Luigi e delle Figlie di Maria.
A San Pantaleo il parroco, don Lorenzo Atzori, nel 1902, costituì un circolo cattolico e aprì il ricreatorio di San Luigi.
A Sassari nel giugno del 1902 si fondò il circolo cattolico S. Gavino di Torres.
Ad Iglesias si inaugurò nel gennaio del 1902 il circolo cattolico per iniziativa del canonico Giacomo Gavassino.
A Oristano nei primi del ‘900 si inaugurarono la Società di S. Luigi e dei Figli di Gesù.
A Porto Torres venne fondata nel 1903 una società cattolica con scopi caritativi, forniva medicine e aiuti agli ammalati e ai più bisognosi.[34]
Nel 1904 aderivano all’O.C.le società cattoliche di Cagliari e Sassari,la società cattolica S. Giovanni Battista di Ossi, la Sant’Ambrogio di Monserrato, la Società Gioventù Cattolica S. Saturnino.
Inoltre vi erano società cattoliche e comitati parrocchiali che pur non aderendo all’Opera svolgevano una intensa attività.
A Sassari nel gennaio del 1905 sorse un’associazione giovanile democratico-cristiana.[35] Aderirono studenti, professionisti, sacerdoti, operai
Presidente era lo studente Michele Dalziani[36], vice presidente il commerciante F. Contini, segretario lo studente universitario Ferruccio Ciani, cassiere lo studente liceale Martino Ganadu; consiglieri: il tipografo Giuseppe Pittalis, l’impiegato Davide Salaris, l’agricoltore Salvatore Fois, il conciatore Salvatore Depau, il calzolaio Daniele Sechi.
L’associazione s’impegnava in una serie di conferenze di argomento economico-sociali non ostacolata dagli esponenti del laicato cittadino.
Si formava inoltre una Federazione democratico-cristiana fra i calzolai che ebbe l’adesione di circa 330 soci.
Tuttavia penetrato tardivamente in Sardegna ostacolato dai gruppi intrasigenti il movimento decadde dopo la condanna e la repressione.
A Cagliari un gruppo di giovani si dissociò dalla lista ufficiale cattolica e aderì nel 1906 alla lega democratico-nazionale.[37]
L’età Giolittiana in genere vide in Sardegna il prevalere dei clerico-moderati.
Nel 1909 durante una ripresa dell’anticlericalismo non mancarono le intese con i liberali in funzione anti socialista e antiradicale.
Complessivamente possiamo rilevare in questo periodo,una esigenza di rinnovamento avvertita dalla Santa Sede, che inviò nelle sedi vescovili sacerdoti che si erano formati nelle zone dove il movimento cattolico aveva raggiunto un certo sviluppo:il mons. Pietro Balestra (1901 a Ca.), mons. Giovanni Vinati di Piacenza dal 1906 vescovo di Bosa, mons. Ernesto Maria Piovella, milanese dal 1907 vescovo di Alghero poi arcivescovo di Oristano e di Cagliari ed altri.
Risulta poi di fondamentale importanza per un più preciso inquadramento della storia del movimento cattolico l’analisi del ruolo del clero[38].
Sommariamente può dirsi che riguardo al clero che aveva la cura d’anime, oltre ai gravosi problemi finanziari, vi era un’ impreparazione culturale non certo produttiva dovuta probabilmente alla superficialità con la quale si formava e si preparava.
D’altra parte é bene rilevare che le più interessanti esperienze ed iniziative nel campo economico e sociale nacquero in campo parrocchiale e locale.
Spesso furono i parroci e le parrocchie a fungere da centri aggreganti e promotori del movimento, mancava invece un centro direttivo di coordinamento extra parrocchiale diocesano o regionale.
[1] F. ATZENI, Il movimento cattolico a Cagliari dal 1870 al 1915, Esa, Cagliari 1984, pp. 13-14.
[2] A. TEDDE, Protagonisti sardi del movimento cattolico, Editrice Diesse, Sassari 1989, p. 13.
[3] P. MARICA, Stampa e politica in Sardegna, 1973/1944, La Zattera, Cagliari 1968, p. 71.
[4] F. ATZENI, Il movimento cattolico, cit. p. 15.
[5] P. MARICA, Stampa e, cit. p. 43.
[6] TRANIELLO F. CAMPANINI G., (a cura) Dizionario storico del movimento cattolico in Italia 1960/1980, Marietti, Casale Monferrato, 1984.
[7] Ivi, p. 30.
[8] Ivi, pp. 30, 62, 118.
[9] Ivi, p. 18.
[10] Ivi, p. 105 ; AA VV., I Cattolici in Sardegna nel primo ‘900, Associazione Alcide De Gasperi, Sassari 1989, p.35.
[11] P. BELLU, L’opera dei congressi nei documenti dell’archivio Zucchini di Faenza, cit. pp.11-12; I cattolici alle urne, cit. p. 35.
[12] F. ATZENI, Il mov. Cattolico…, cit. p. 110.
[13] Relazione del Congresso di Genova, ivi p. 82.
[14] F. ATZENI, Il movimento…, cit. p. 107.
[15] Ivi, p. 82; cfr. P. MARICA, La stampa…, cit. p. 172.
[16] F. ATZENI, Il movimento cattolico in Sardegna agli inizi del ‘900 e il circolo democratico cristiano Leone XIII .(estratto da STUDI SARDI- vol. XXIV anno 1975-1977), Gallizzi, Sassari 1978, pp. 512-522.
[17] F . ATZENI, Il movimento cattolico…, cit. pp. 95, 169
[18] Era la Cassa Rurale dei prestiti di San Lucifero costituita il 17.10.1894, ivi p. 75.
[19] Ivi,p. 82.
[20] Ivi, p. 89.
[21] Ivi, pp. 82, 88.
[22] Ivi, pp. 82, 89.
[23] Ivi, p. 90; P. DETTORI, Scritti politici e discorsi autonomistici, G. Gallizzi, Sassari 1976, p. 353
[24] Cfr. Statistiche congresso cattolico di Milano, ivi, pp. 360-362
[25] F. ATZENI, Il movimento cattolico …, cit., pp. 105-118; Il movimento cattolico in Sardegna …, cit. p. 509.
[26] IVI, p.129-137.
[27] Ivi, p. 85.
[28] Ivi, pp. 95,110.
[29] Ivi, p. 111,112.
[30] F. ATZENI, Il movimento cattolico in Sardegna …, cit. p. 510-534.
[31] Ivi, p. 530.
[32] F. ATZENI, Il movimento cattolico…, cit. p. 125
[33] Ivi, p. 151.
[34] F. ATZENI, Il movimento cattolico in Sardegna…cit. pp.515-518.
[35] Ivi pag 552; cfr. <<l’Armonia Sarda >> anno II, 5 SS 7-8 gennaio 1905.
[36] F. ATZENI, Il movimento cattolico…,cit. p. 142.
[37] Ivi, p. 151.
[38] R. TURTAS, le vicende della chiesa dal 1871 al I°dopoguerra,in AA.VV., L’età Contemporanea,Jaca Book spa, Milano 1989, pp. 293-307; F. ATZENI, Aspetti del movimento cattolico in Sardegna dallo scioglimento dell’Opera dei Congressi alla fondazione del partito popolare, (Appunti e documenti, Estratto da Archivio Storico Sardo- vol. XXXI, Cagliari 1980, pp. 314-325.