“Premio Letterario Osilo XVIII: il vestiario tradizionale! “a cura di Giovanna Elies

Donna Lucia Tedde ad appena 22 anni entra in possesso del vasto patrimonio della sorella nei vari centri della subregione dell’Anglona, ma sopratutto a Chiaramonti.
Intanto prende possesso del palazzotto con servi serve e delle case adiacenti. Poi prende possesso di tutto il bestiame: greggi di pecore, di capre, di vacche e tori, di asini, cavalli, tutti affidati a vari pastori, caprai e porcari.Emergono nomi e cognomi nulvesi e chiaramontesi che tuttora sussistono. Poiché era intelligentissima, col bernoccolo degli affari, con regolari contratti detti censi consegnativi, affida le varie tanche con bestiame e case a vari conduttori che ogni anno, a seconda del patrimonio dato in consegna, dovranno renderle 10, 20, 30, 50 e 100 scudi.
Donna Lucia Tedde nacque a Nulvi da Andrea Tedde, cavaliere nobilitato e dalla nobile Marietta Delitala tra il 1696-95. I fogli dei quinque libri di Nulvi sono illeggibili; per fortuna ci soccorre il Rivarolo. Esiste ancora oggi a Nulvi il palazzo dei Delitala di cui è proprietario un certo prof. Ruiu di Sassari.
L’educazione di Lucia fu certamente affidata alla madre e alle sorelle maggiori.
Dalla lettura dei quinque librorum si evince che fino a 21 anni la nobildonna visse nel suo paese natale. Educata all’equitazione dai cinque ai sei anni come tutte le donne sarde del suo tempo di sicuro a Monte Alma e in tante altri tancati della famiglia Tedde Delitala. Di questo periodo esistono leggende poco indagate e da indagare con gli strumenti raffinati della storia orale.
Angelino Tedde Andreina Cascioni Giovanni Soro,Donna Lucia Tedde Delitala tra sacro e profano. Lotte fazionarie a Chiaramonti e Nulvi nel primo Settecento. Tas Art Printing,2025 pp. 184
Riprendiamo a parlare del saggio steso nel corso di cinque anni dagli autori menzionati.
Non esistendo alcun dipinto di Donna Lucia, esaminato attentamente dal parroco Don Angelo Farina l’apparato sacerdotale ricavato dal vestito in broccato in oro e argento di circa 15 metri del suo vestito donato alla chiesa per testamento, abbiamo ritenuto mettere in copertina il dipinto della Fototeca Gilardi di Milano della Regina Isabella di Borgogna. il cui portamento di amazzone può ben rassomigliare a quello dell’amazzone nulvese-chiaramontese Donna Lucia Tedde (il padre era Andrea Tedde di Nulvi). A suo tempo per nostra richiesta il grande artista nulvese-catalano di Alghero Mario Nieddu ha creato altre immagini. Quella che publicammo a suo tempo è invece il dipinto nella sagrestia di Nulvi di una sua pronipote Gerolama Delitala, fondatrice col marito della collegiata di Nulvi.
Dato il fascino dell’amazzone di Nulvi Giuseppina Tedde ha composto il romanzo La sarabanda delle ombre, mentre Franco Fresi buonanima e altri hanno narrato romanzescamente la vicenda umana di Donna Lucia della quale purtroppo non esistevano dati certi se non un alone leggendario.
Nel saggio succitato, invece, servendoci dei quinque librorum della parrocchia di Chiaramonti, di svariati testamenti e atti che si riferiscono a Donna Lucia, abbiamo tentato di ricostruire la sua vicenda umana di donna facoltosa, vendicativa, affarista e anche protettrice del giovane Giovanni Fais nulvese che per difenderla da un danno economico la vendicò uccidendo l’autore del misfatto Giommaria Tedde di Nulvi. Eccola quindi additata erroneamente come banditessa e non come donna nubile, amazzone.affarista e vendicativa e sopratutto capofazione in Chiaramonti dove subentrò per testamento nelle proprietà della sorella maggiore Gerolama Tedde vedova di Giovanni Battista Delitala chiaramontese, ricchissimo figlio di don Salvatore Delitala. Ebbe modo di accrescere il suo patrimonio con censi consegnativi, con vari acquisti compresi due palazzi in Sassari. La fonte principale sulla sua persona ce la offre il viceré Rivarolo, che letto sommariamente dal Martini, la trasforma in brigante o banditessa.
Leggi tuttoIeri domenica 24 maggio 2025 nel Centro Culturale Ciriaco Carru di Chiaramonti è stato ricordato il poeta chiaramontese Salvatore Patatu, noto Tore, passato a miglior vita un anno fa. Il Coro Doria, femminile, il coro de Tzaramonte, poeti e letterati hanno voluto ricordare la figura dello scomparso con una serata dedicata al suo ricordo. La nostra poetessa Maria Sale e gli altri poeti lo hanno voluto ricordare. Maria, in particolare, ha voluto ricordarlo con questo bel sonetto in limba che pubblichiamo volentieri.
Pro Tore
In custa serentina ‘e maju giara
est Tore in disizu ‘e poesia,
e l’intendo ch’est nendemi
“Maria, cun pagos versos ma forte lu nara,
cantu sa limba nostra, bella e rara,
umpare a bidda mia istimaia
E cando istrejidu mi sò atesu
a issa sò restadu piùs ligadu.
Nende in totue: sò tzaramontesu,
cuntentu d’èsser gai fentomadu.
Torrende sempre pro m’èsser intesu
che fizu e frade bene calculadu.”
E deo ti naro, cun coro e cun boghe:
“Tore ses cun nois, ses sempre inoghe”.
Maria Sale
Tzaramonte, 24 de maju 2025
Alla conclusione di questo lavoro durato ben cinque anni anche a causa del Covid-19 sentiamo il dovere di ringraziare tutti coloro che in vari modi ci hanno incoraggiato e supportato.
In primo luogo la prof.ssa dell’Università degli Studi di Cagliari Maria Lepori, prof.ssa di Storia Moderna; il prof. Giuseppe Doneddu, che ci è venuto a mancare nel bel mezzo del lavoro, professore di Storia Economica della Sardegna presso l’Università degli Studi di Sassari; il professor Francesco Carboni; Gianni Vulpes, cultore di storia sarda e genealogista; la direttrice dr.ssa Federica Puglisi e il personale dell’Ar- chivio di Stato di Sassari; il direttore prof. Giancarlo Zichi e il personale dell’Archivio Storico Diocesano di Sassari; il direttore don Francesco Tamponi e il personale dell’Archivio Diocesano Digitale di Tempio Ampurias; il direttore dr. Stefano Benedetto e il personale dell’Archivio di Stato di Torino; il dr. Gian Luigi Marras funzionario e studioso della Sovrintendenza Archeologica di Sassari; la dr.ssa Antonella Panzino dell’Archivio Storico della Biblioteca dei Beni Culturali di Sassari.
Inoltre ringraziamo calorosamente il dr. Carlo Patatu, memoria sto- rica e autore di parecchie pubblicazioni su Chiaramonti; il prof. Mauro Maxia, autore di numerosi studi di Letteratura e Linguistica sarda; il sig. Mauro Tedde, giornalista, corrispondente della Nuova Sardegna di Nulvi e dei centri dell’Anglona, il sig. Angelo Cocco di Martis già im- piegato della Sezione della Sovrintendenza di Perfugas facente capo alla Sovrintendenza di Sassari, il parroco di Chiaramonti Don Angelo Farina per la disponibilità e il supporto concretamente dato.
Gli esperti di lingua castigliana, residenti in Spagna, dr. Giansimone Migoni, dr. Corrado Izzo, dr. Paolo Santoni, dr.ssa Federica Passaseo. Un grazie alle sorelle Piccini della Fototeca milanese Gilardi, al prof. Antonio Murziani, autore di studi urbani su Sassari e Chiaramonti.
Un grazie di cuore a Lucio Dettori curatore dell’appendice iconografica.
Un ringraziamento a Giovanni Tedde, buonanima; a Michelino Montesu, buonanima; a Guerino Murgia; Mario Canu e Antonio Maria Murgia; a Pierina Satta, nota Tittina, che hanno messo a disposizione la loro memoria storica.
Infine un ringraziamento ai nostri familiari che ci hanno supportato e incoraggiato a portare avanti questo lavoro in mezzo a tante difficoltà dovute non solo alla pandemia.
Angelino Tedde Andreina Cascioni Giovanni Soro
Donna Lucia Tedde Delitala tra sacro e profano,
Lotte fazionarie a Chiaramonti e Nulvi nel primo Settecento. di A.Tedde A.Cascioni G. Soro
Tas Art Printing, Sassari 2025 pp.184
Lucia Tedde Delitala, nacque a Nulvi tra il 1695/1696 secondo il viceré Rivarolo. Visse e risiedette nel paese natale fino a 21 anni. A 18 anni fu gravemente offesa, ma non sappiamo come, da un suo cugino don Giommaria Tedde. Fu vendicata dal giovanissimo Giovanni Fais e da un suo fratello, che ci rimise la vita, con l’uccisione dell’offensore. Condannato alla pena capitale dal Tribunale di Sassari il giovanissimo Giovanni Fais si diede alla latitanza formando una sua banda con altri malavitosi. Donna Lucia probabilmente scese in campo in modo anonimo o palese per dare manforte al suo difensore, creando intorno a sé un alone di amazzone leggendaria, per quanto non esistano fonti sicure su queste vicende, dal momento che di fatto visse coi fratelli e le sue sorelle maggiori nel sontuoso seicentesco palazzo di Nulvi e nelle terre possedute dal padre Andrea Tedde e dalla madre Marietta Delitala. Visitò sovente Chiaramonti dove la sorella, maggiore di 12 anni, risiedeva nel palazzo seicentesco ereditato dal defunto marito Giovanni Battista Delitala. Per ben tre volte svolse anche il ruolo di madrina. Alla morte prematura della sorella Gerolama Tedde in Delitala, trentaduenne, Donna Lucia ventunenne, entrò in possesso del palazzo, di varie altre case e di tutti i pos- sedimenti appartenuti alla sorella che nel testamento l’aveva dichiarata sua erede universale, pur largheggiando anche con le altre sorelle e fratelli nulvesi.
Domenico Alberto
Azuni-Tedde
Per garantirgli un posto nei libri di storia patria basterebbe ricordare che è stato il precursore
del moderno diritto internazionale marittimo. Eppure Domenico Alberto Azuni, ancora oggi,
è personaggio ai più quasi sconosciuto. Vale pertanto la pena di tracciarne una breve biografia per non perdere la memoria di un grande sardo verso il quale tutta la nazione italiana, e non solo, ancora oggi è debitrice
di riconoscenza
Azuni era nato a Sassari il 3 agosto del 1749
da Giovanni Antonio e Speranza Tedde.
Dopo aver frequentato le scuole degli Scolopi
nel 1772, si laureò presso l’Ateneo turritano
in Filosofia e Leggi. Tentò senza successo il concorso per la cattedra di Digesto
Quindi effettuò due anni di pratica forense e, dal 1774 al 1780, si trasferì a Torino ove fu ospitato nel Collegio delle province, istituito da Vittorio Amedeo II per gli studenti meno abbienti.